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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La storia di Venezia nei graffiti: il maxi progetto parte da Palazzo Ducale

Ca' Foscari, di concerto con altre università e grazie ai fondi Prin e Pnrr, sta documentando le incisioni e le scritte in città con risultati sorprendenti. Presto online il sito

Quanti sono, i graffiti giunti fino a noi, incisi o dipinti sui muri, lasciati dagli avventori e dai residenti di Venezia in 1600 anni di storia? Difficile dirlo, ma certo sono diverse decine di migliaia, se avendo mappato "solo" il 20% della città, i ricercatori del progetto VeLA - Venezia Libro Aperto, ne hanno già schedati 40 mila, dal X secolo d.C. al 2024, che presto saranno disponibili in rete. L'ambizioso progetto, guidato da Flavia De Rubeis, docente di paleografia a Ca' Foscari, è stato presentato oggi a Palazzo Ducale - uno dei teatri principali della ricerca - insieme ai rappresentati di Soprintendenza, Fondazione Musei Civici e Comune. 

Il progetto è iniziato nel 2019, dall'idea di documentare cosa raccontassero i muri (ma anche le porte, le colonne...) veneziani, e si è evoluto man mano. Oggi consta di tre linee di indirizzo: Venezia urbana, la parte all'esterno appunto; Palazzo Ducale, quella presentata oggi; e "Venezia monastica", la ricerca incipiente su monasteri della laguna e della gronda. Può contare su un finanziamento europeo gestito dall’IRHT, ossia il Centro internazionale di studi dei testi di Parigi del CNRS, e finanziamento nazionale PRIN “VeLA, Venezia Libro Aperto, Palazzo Ducale”, al quale collabora anche lo IUAV. Complessivamente, lo studio su Palazzo Ducale conta su 300mila euro di finanziamenti. Il lavoro di ricerca avrà poi un ulteriore sviluppo grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, progetto CHANGES, che dedicherà una parte del lavoro scientifico proprio a Venezia e i suoi graffiti, con particolare focus sui monasteri urbani e della laguna.

Il graffito elettorale per Giovan Battista Nani a Palazzo Ducale (foto Bison)

Le storie

Sono 20 mila i graffiti già schedati all'interno di Palazzo Ducale, con un certosino sistema che ha permesso di individuare anche quelli (la maggior parte) invisibili ad occhio nudo, attraverso una documentazione a luce radente, fotogrammetria, ma anche altre tecnologie che si stanno di volta in volta sperimentando. Il risultato è un coacervo di storie e disegni, lasciati dalle migliaia di frequentatori di Palazzo Ducale nei secoli. Ci sono viaggiatori, pittori, soldati, carcerati, c'è chi ha inciso ciò che vedeva, chi ha lasciato una traccia di sé per i posteri con un autoritratto. C'è un graffito elettorale per Giovan Battista Nani, il procuratore capo di San Marco che non riuscì mai a farsi eleggere doge; c'è la firma del pittore Thedoros Rallis, la cui carriera si sviluppò a Parigi, ma viene così documentato a Venezia; un ritratto inciso di Francesco II Sforza; o diversi graffiti del benemerito custode della Biblioteca Marciana Giovanni Panutti, che in 50 anni di servizio, fino al 1925, lascia ricordo di sé, e della Biblioteca, a Palazzo Ducale. Ci sono poi migliaia di altre storie, rappresentazioni di città, di persone, di statue, ricordi di regate o di grandi freddi. Tutte da documentare attraverso una stratigrafia complessa da ricostruire: la ricerca viene condotta unendo scienze diverse, dalla paleografia all'archeologia.

«In molti hanno lasciato il loro segno dentro Palazzo Ducale - ha detto Flavia De Rubeis - con lo studio che abbiamo avviato cercheremo anche di mettere in relazione quelle ‘firme’ con i graffiti che emergono nella città e nella laguna. Saremo così in grado di ricostruire i movimenti e le storie di persone apparentemente ai margini della storia, ma invece preziose per arricchire la nostra conoscenza del paesaggio culturale veneziano nel corso dei secoli». I lavori a Palazzo Ducale dovrebbero concludersi nel 2025.

La conferenza stampa di oggi a Palazzo Ducale-2

Le dichiarazioni

C'era emozione e soddisfazione tra i presenti, per un progetto partito da un'idea e fattosi sempre più concereto. «Un bell'esempio di collaborazione tra le varie istituzioni cittadine soprattutto per quanto riguarda i temi della riqualificazione urbana e architettonica della città - ha dichiarato la rettrice dell’Università Ca’ Foscari Venezia, Tiziana Lippiello - Il progetto VeLA consente di conoscere nuovi aspetti della storia di Venezia e di uno dei suoi monumenti più importanti e conosciuti al mondo». Per il Soprintendente di Venezia Fabrizio Magani, che scherzando, ma non troppo, ha ricordato ai presenti che non si devono incidere i muri e i monumenti, si possono vedere questi graffiti «come cicatrici. Se pensiamo ai monumenti come esseri viventi, questi ci consentono di sapere di più sulla loro vita». L'assessore al patrimonio Paola Mar ha sottolineato l'aspetto «democratico» del progetto, che consentirà di conoscere vicende rimaste escluse dai libri di Storia. «L'opportunità per studiare i graffiti di Palazzo Ducale è di grande importanza, perché si concretizza, così, una silenziosa testimonianza di quanti hanno frequentato questo illustre nonché straordinario luogo che non fu solo deputato a riverberare lo splendore e i fasti della Serenissima. Il valore di questi studi permetterà di approfondire a scoprire nuove ed inedite pagine della storia di Palazzo Ducale» ha chiarito invece la Direttrice Scientifica Musei Civici di Venezia Chiara Squarcina. 

Il progetto, in corso, continuerà a lungo, dentro e fuori da Palazzo Ducale. Ma già nelle prossime settimane il sito di VeLA andrà online, consentendo di consultare le schede sulle decine di migliaia di graffiti già censiti. 

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