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Numero di studenti e pass, scatta lo sciopero. Una ricercatrice: «Tra colleghi l'argomento è tabù»

La protesta per chiedere al governo soluzioni concrete per riaprire in sicurezza senza green pass: «Obbligo inutile e discriminatorio e non eviterà la DAD». Intanto i docenti sono divisi

Primo giorno di scuola, primo giorno di sciopero. Sì perchè Anief e Sisi hanno deciso di indire per lunedì 13 settembre il primo stop a seguito dei provvedimenti del governo. Uno stop che prevede adesioni anche nel Veneziano.

Lo sciopero

Sul piatto un secco no al green pass e all'attuale numero di studenti per classe che di fatto impediscono il distanziamento e dunque, a detta degli interessati, reali strumenti per riaprire in sicurezza. I rappresentanti di Anief, ad esempio, sottolineano: «Da un anno aspettiamo regole nuove sul dimensionamento scolastico, mentre nel 2008 in due mesi furono rubati all'istruzione 10 miliardi. Ora con la variante Delta è stato accertato che il contagio si diffonde anche tra chi ha avuto il vaccino. Continuare a ripetere che l'obbligo vaccinale risolve il problema della DAD e anche quello del distanziamento interpersonale laddove non ci siano le condizioni equivale a mettere a rischio la salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle istituzioni scolastiche, e dei nostri studenti e studentesse. Per questo si sciopera già il primo giorno della campanella. Chi governa deve ascoltare la voce che proviene dal mondo della scuola. Abbiamo bisogno di classi con non più di 15 alunni ogni 35 metri quadri e non di sanzioni e multe per chi non possiede un green pass per libera scelta o perché non può fisicamente permetterselo». 

Le parole di una ricercatrice

Intanto cresce la tensione fra docenti e personale scolastico come accaduto nel Padovano dove un'insegnante, supportata da SOS LIbertà, si è rifiutata di far registrare al personale della scuola i suoi dati e alla fine si è dovuti ricorrere alle forze dell'ordine a causa anche di qualche irregolarità nella procedura di controllo dei lasciapassare. Una ricercatrice del territorio veneziano ai nostri microfoni ha raccontato: «Ormai il green pass è diventato un argomento tabù, sento che manca il senso di umanità e solidarietà e che si è creata una netta divisione. Anche tra noi colleghi si è creato un muro. Personalmente ormai lavoro praticamente solo online, è cambiato molto in questi mesi. Già dal 2018, per la verità, notammo una spinta tecnologica eccessiva che si è concretizzata in questo anno e mezzo. Ad ogni modo: io vengo da un'università dove chiunque poteva assistere alle lezioni in aula, anche i non iscritti. Oggi se non hai il pass non entri nemmeno in istituto. Veramente un cambio di paradigma societario che fa riflettere.». Intanto per martedì 14 settembre è previsto un altro sit-in degli insegnanti e degli studenti che dopo Treviso si ritroveranno a Padova, davanti all'Ust. Vi parteciperanno anche gli studenti del Veneziano.

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