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Venezia, città accessibile? I CROSSabili arrivano in città per scoprirlo

16 carrozzine elettriche e persone affette da distrofia muscolare approdano, da Sottomarina, nella città lagunare per verificarne l'accessibilità e capire quali miglioramenti apportare per un futuro sempre più inclusivo

Sorrisi, battute, risate e tanta voglia di divertisti. Affetti da distrofia muscolare e altre patologie che li costringono a stare seduti su una carrozzina, i membri dell'Associazione CROSSabili non si danno per vinti e vanno in giro per le città italiane per dimostrare che la disabilità non è un limite e l'accessibilità è un loro diritto e un dovere che ogni città dovrebbe rispettare. Oggi, questi ragazzi, ragazze, uomini e donne sono approdati, partendo da Sottomarina, a Venezia e non vedono l'ora di andare in giro per la città a godere della sua bellezza come persone normali, quali sono, e scoprire se la città è davvero accessibile a persone che devono muoversi su una carrozzina. Capitanati da Matteo Cattapan, fondatore dell'associazione e promotore dell'evento, i "Crossabili", come si definiscono loro, iniziano il loro viaggio alla scoperta della Venezia senza barriere su 16 carrozzine elettriche partendo da Piazza San Marco, un luogo che accoglie migliaia di persone al giorno ma che non smette mai di lasciare a bocca aperta per la sua bellezza. 

Crossabili a Venezia

«Siamo qui, in primo luogo, per divertirci - commenta Matteo Cattapan, anche lui su sedia a rotelle - Volevo fare qualcosa per i miei compagni di viaggio perchè sono poche le attività destinate ai disabili e, in più volevo dimostrare che Venezia con gli anni si è adeguata alle nostre necessità con le rampe sui ponti che per noi sono fondamentali ma sono comode per tutti, anche per chi si muove a piedi. Siamo qui, però, anche per capire se c'è qualcosa che manca ancora all'accessibilità veneziana e proporre miglioramenti per il futuro»

Una giornata alla scoperta delle meraviglie della città ma anche di riflessione per scovare se Venezia è accessibile al 100% o se ci sono ancora limiti alla mobilità cittadina su sedie a rotelle.

«Più accessibilità, più condivisione, più inclusione, alla fine basta poco - conclude Cattapan - e oggi siamo qui per questo»

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