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Cronaca

Agente aggredito da due detenuti finisce all'ospedale

Si tratta del secondo episodio di violenza in due giorni. Qualche ora prima, un altro poliziotto aveva riportato danni a un polso

Due agenti feriti nell'arco di due giorni: «Non è più accettabile». Sono le parole che arrivano dal segretario interregionale Triveneto dell'unione sindacati della polizia penitenziaria Uspp, Leonardo Angiulli, a poche ore da un'aggressione che si sarebbe consumata all'interno del carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia. 

L'episodio risale a martedì 8 novembre. «Dopo la chiusura delle celle - spiegano dall'Uspp - due detenuti di difficile adattamento hanno rifiutato di entrare nelle loro camere detentive aggredendo alle spalle un agente della polizia penitenziaria che stava effettuando una telefonata all'infermeria all’interno dell’ ufficio. Ha subìto percosse in varie parti del corpo e, secondo alcuni testimoni, sembra che i detenuti potessero presubilmente essere in uno stato di alterazione alcolica». La vittima ha riportato diverse conseguenze, fanno sapere dal sindacato: zigomo lacero contuso, ferite al labbro superiore e inferiore. Attualmente il poliziotto si trova in ospedale per le cure del caso.

Solo il giorno prima, due detenuti si erano resi protagonisti di alcuni danneggiamenti e un altro agente era rimasto ferito (riportando conseguenze a un polso giudicate guaribili in 20 giorni). «Questi sono i segni che la polizia penitenziaria paga caro prezzo - aggiunge Angiulli -, facciamo appello a tutti, ministro della Giustizia, capo dello Stato, alla politica, chiediamo che il personale possa lavorare in totale sicurezza avendo dalla sua parte i rappresentanti dello Stato. Non è più accettabile subire queste aggressioni, si tratta di questioni non più rinviabili. Infine, auspichiamo che l'amministrazione centrale intervenga con adeguati e urgenti provvedimenti individuando le giuste soluzioni e assumendo le dovute iniziative per garantire e assicurare l’incolumità per gli uomini e donne in servizio all'interno dei penitenziari Italiani. È ora di dire basta alle aggressioni».

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