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Cronaca

Sport, educazione e salute in 80 ettari di bosco, ok all'accordo di programma

Sì all'accordo con 21 voti favorevoli e 12 voti contrari. Mandato al sindaco di portare la volontà del Comune alla conferenza dei servizi: stadio, arena, nuova viabilità Tessera-aeroporto, opere di urbanizzazione, verde e area educational

Per la maggioranza del Consiglio comunale il Bosco dello sport a Tessera è un progetto che farà di Venezia una città europea. La minoranza invece pensa che i cittadini, dopo due anni di Covid e l'incertezza della guerra, abbiano maturato priorità diverse, e ora chiedano case, fonti energetiche meno costose, trasporti e servizi pubblici. L'investimento di 283 milioni di euro, fra risorse comunali, statali ed europee, nel progetto del complesso sportivo metropolitano in nome della coesione sociale, spacca ancora una volta l'assemblea, e dopo il respingimento di tutti gli emendamenti delle opposizioni la frattura è definitiva. Con 21 voti favorevoli e 12 voti contrari, il Consiglio comunale nella seduta di giovedì approva l'accordo di programma che fornisce al sindaco, Luigi Brugnaro, l'indirizzo per convocare la conferenza dei servizi con la Città metropolitana.

L'iter

In Città metropolitana c'è la verifica del consenso a proseguire nell'accordo, quindi la pubblicazione del testo nell'albo pretorio, la trasmissione alle Municipalità per i pareri e agli interessati per gli espropri, prima della definizione del progetto di fattibilità tecnico-economica. Dal momento che la realizzazione del complesso polifunzionale dedicato allo sport professionistico e amatoriale, all’educazione, alla salute e all’intrattenimento, necessita di una variante agli strumenti urbanistici comunali (piano di assetto del territorio, piano degli interventi, piano regolatore comunale), l'iter prevede l'ottenimento della Vas regionale (Valutazione ambientale strategica) e di tutti i pareri (idraulici, di sicurezza ecc.) necessari alla variante stessa. Insomma, ad esempio, il cambiamento del piano degli interventi sulla superficie del progetto, ha determinato una previsione di spostamento di tutti gli impianti su una parte sola del quadrante e la concentrazione di tutto quello che ha destinazione commericale, ricettiva, produttiva e direzionale, nello spazio del Casinò. Nell'operazione, hanno spiegato l'assessore all'Ambiente Massimiliano De Martin e il dirigente del Comune Danilo Gerotto, sono stati tolti 600 mila metri cubi di uso produttivo ed è stato spostato più a nord il complesso sportivo in modo da osservare le indicazioni Enac per la terza pista aeroportuale. A valle di tutto questo, c'è la ratifica del progetto, dopo l'ultima seduta in Consiglio comunale al termine dell'iter.

La discussione

L'opposizione, con il consigliere Marco Gasparinetti del gruppo Terra e Acqua, apre il Consiglio con una pregiudiziale, per tentare di non far partire la discussione sull'accordo di programma. «Stiamo firmando un assegno per comprare una borsetta griffata senza sapere se è coperto - esordisce - Sui soldi del Pnrr (93 milioni) devono esprimersi il ministero dell'Interno, riguardo alla missione della coesione sociale, e l'Europa sul via libera ai fondi. Inoltre ci sono i mutui, e interessi sui mutui che non sappiamo a quanto potranno arrivare». Pregiudiziale respinta con motivazione del vicepresidente del Consiglio, Paolo Romor. «In questa fase del progetto (accordo di programma) è prematura e fuori luogo la verifica della copertura finanziaria», che avverrà solo dopo la ratifica dell'accordo, a 30 giorni dall'ultima riunione in conferenza dei servizi.

«Trecento milioni non possono essere usati in questo modo - dice il consigliere Giovanni Andrea Martini di "Tutta la città insieme!", che scrive una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, e al ministro della Cultura Dario Franceschini -. Va fermato il progetto, serve un'idea progettuale diversa per una vera transizione». «È un periodo talmente critico per Venezia, che il Pnrr è un'occasione unica per contrastare gli effetti della pandemia con interventi strutturali. L'impianto sportivo non è la soluzione ai problemi della città», sostiene il consigliere dem, Alessandro Baglioni. «L'intervento costerà 1.500 euro a famiglia - argomenta la capogruppo Pd, Monica Sambo - sottraendo risorse per investimenti importanti su tre pilastri che riteniamo fondamentali come casa, ambiente e lavoro. È una questione di priorità, per noi le risorse pubbliche servono per finanziare interventi che diano un futuro a questa città, e non a finanziare progetti che dovrebbero invece essere realizzati con la partecipazione dei privati». «Il solito "Paga Pantalone" - afferma il capogruppo Verde e Progressista, Gianfranco Bettin - cioè la cittadinanza, che vede risorse necessarie alla rigenerazione urbana e industriale, al diritto alla casa e al lavoro, alla svolta energetica ed ecologica usate, abusate, per una ridicola grandeur che fa coincidere il prestigio e la qualità di una città con le dimensioni di uno stadio».

Nell'opposizione c'è chi è d'accordo a realizzare il progetto, ma lo pensa finanziato diversamente, in particolare con il contributo del privato, in modo che non vengano impiegate esclusivamente risorse pubbliche. «Sostengo e apprezzo il progetto - afferma la consigliera Cecilia Tonon di Venezia è tua - ancora di più con gli 80 ettari di bosco, ma non vedo perché escludere il partenariato pubblico-privato, utilzzando l'avanzo non vincolato di bilancio comunale (91 milioni di euro) per altri scopi. Non dimentichiamo - aggiunge - che lo stadio Penzo per il suo valore storico, tradizionale e affettivo, resterà sempre centrale per Venezia. Che senso ha realizzare uno stadio concorrente?». Diversamente la pensa Sara Visman, consigliera 5 Stelle. «L'operazione è una partita di giro e serve a far pagare al Casinò i debiti che ha con il Comune, com'è stato con l'acquisto del Casinò del Lido con i soldi della legge speciale. La parte "educational" del Bosco dello sport, inoltre, cioè campus e liceo sportivo, non è finanziata, mentre l'area boscata non è un risanamento, dal momento che la zona è già agricola».

C'è chi teme che la riduzione della cubatura del Bosco dello sport, 600 mila metri cubi, lasci le mani libere a Save per poter fare progetti ricettivi e commerciali. «Li perde il Comune, ci guadagna il privato - sostiene Gianluca Trabucco, consigliere Verde e Progressista - Il territorio è agricolo, il consumo di suolo è innegabile», e su questo concorda la sola associazione intervenuta in Consiglio, il Comitato ex Umberto Primo di Monica Coin. «Usiamo questi fondi per sistemare i padiglioni dell'ex ospedale, piuttosto, che stanno cadendo a pezzi. Che tipo di degrado c'è da contrastare sul quadrante di Tessera? È inesistente anche il tasso di criminalità», che l'Europa contemplerebbe come motivo per un impegno di spesa del Pnrr. «Chiediamo a tutti i cittadini, attraverso delle assemblee, se ritengono la cittadella dello sport una priorità», propone il consigliere del Pd, Paolo Ticozzi.

E trova il muro dell'onorevole e consigliere della Lega, Alex Bazzaro. «Il complesso sportivo è parte del programma con cui il sindaco Luigi Brugnaro si è confermato al secondo mandato, metterlo in discussione è antidemocratico. Mi stupirei se l'amministrazione non portasse avanti il progetto, significherebbe tradire la volontà degli elettori». «Le opposizioni ora vogliono i privati ma in passato hanno negato la realizzazione dello stadio a Zamparini - commenta il consigliere Fucsia, Matteo Senno - Le strutture che abbiamo non sono adatte: il Baracca non può nemmeno disputare le gare di serie C, il Taliercio non può ospitare l’Eurolega, il Penzo ha avuto la deroga per disputare la serie A solo grazie ad una corsa contro il tempo del Venezia Fc in sintonia con l’amministrazione. E vanno poi considerati i posti di lavoro creati, diretti e indiretti, in un progetto che va di pari passo con gli investimenti per lo sport dilettantistico».

«Stanno per partire, a giorni, interventi su 18 impianti sportivi in terraferma, isole e Venezia - fa il quadro il vicesindaco Andrea Tomaello - Servono spazi adeguati per l'alto livello, dando respiro alle società più piccole. E poi il Venezia Calcio ha espresso apprezzamento per il progetto e questo conferma che giocherà al Penzo finché non ci sarà altro. Perfino Mestre vuole andare a giocare a Tessera».

Cosa prevede il progetto

Il progetto del Bosco dello sport, per cui saranno stanziati circa 93.581.321 euro del Pnrr e 189.918.678 euro di cofinanziamento del Comune di Venezia, prevede:

• Bosco dello sport, opere a verde e di paesaggio: un’area boscata, elemento di connessione naturalistica e di valorizzazione della biodiversità, con funzione di corridoio ecologico primario.

Arena: per gli sport al coperto e per gli spettacoli, che sarà in grado di ospitare fino a 10.000 persone sedute.

Stadio: opera concepita principalmente per il gioco del calcio ma anche di altri sport, come il rugby, dimensionata per 16.000 spettatori seduti e al coperto.

Area educational, sport e salute: ambito nel quale pubblico e privato potranno interagire nella realizzazione di strutture sportive di diverse dimensioni (ad esempio un impianto natatorio di livello olimpionico), di un'area educational per cicli di studio di vari livelli e di un’area dedicata alla salute e alla medicina sportiva, che potrà essere realizzata anche per successivi stralci e sarà oggetto di successivi accordi e finanziamenti.

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