rotate-mobile
Cronaca

Colpi nelle abitazioni dei turisti in vacanza, banda sgominata

Custodia cautelare per tre giovani nomadi: autori di diversi colpi sul litorale veneto, di giorno facevano vacanza in spiaggia e la sera rubavano

Una lunga serie di furti in abitazione, e una banda particolarmente numerosa, organizzata ed efficiente nel mettere a segno i colpi e fuggire con refurtiva per migliaia di euro. Ora tre di loro si trovano in carcere, dove erano già rinchiusi dal 16 luglio e dove lunedì sono state notificate le tre ordinanze di custodia cautelare. Sono sei i furti accertati (cinque portati a termine, uno tentato) nelle province di Venezia, Treviso, Vicenza e Pordenone tra il 26 giugno e il 15 luglio. Data in cui, a conclusione dell'ennesimo pedinamento dei carabinieri della compagnia di Portogruaro, sono scattate le manette per M.S.L. (27 anni), D.G. (33 anni) e O.N. (22 anni). Tutti con l'accusa di furto aggravato in concorso.

I tre fanno parte di una più ampia compagine di malviventi, due numerose famiglie di nomadi sinti provenienti dal campo di Alba e San Damiano D'Asti, in Piemonte. Specializzati nei furti in abitazione, i ladri agivano con strumenti di effrazione professionali, dai comuni piedi di porco al flessibile, e facevano la spola tra il Piemonte e la riviera jesolana durante le ferie estive. I furti accertati sono stati perpetrati fra Portogruaro, Eraclea, Cessalto (Treviso), Vicenza, Arcugnano (Vicenza) e Chiarano (Treviso): erano riusciti a trafugare monili in oro, argenteria, materiale tecnologico e contanti, anche in valuta estera, per un valore totale di circa 30 - 40mila euro. Spesso le vittime dei furti erano turisti in vacanza, mentre gli stessi autori di volta in volta sceglievano come base un appartamento in affitto, comportandosi durante il giorno proprio come delle famiglie in villeggiatura sul litorale: la mattina si recavano in spiaggia a divertirsi, poi la cena in pizzeria. Infine i raid serali, sempre tra le 19 e le 22.30, orari che permettevano di agire con meno probabilità di controlli e con le abitazioni sempre vuote.

La preparazione dei colpi prevedeva una prima sosta in una zona di boscaglia sul Piave, dove i malviventi recuperavano le targhe finte da applicare all'auto in previsione dell'incursione. Dopodiché avveniva una seconda fermata in un campo di mais poco distante, dove si trovava un deposito contenente gli "attrezzi del mestiere", oltre a parte della refurtiva e all'auto utilizzata per i furti. Qui i banditi si abbigliavano adeguatamente e sceglievano il materiale da impiegare, tra ricetrasmittenti, torce, flex e diversi tipi di dischi. A quel punto partiva la "missione" vera e propria, a bordo di una Seat Leon preparata da 280 cavalli, un "bolide" che assicurava loro una fuga a tutta velocità una volta eseguito il colpo. Le finte targhe erano accuratamente preparate con un sistema di clonazione che prevedeva l'applicazione di una fotogafia a dimensioni reali su un foglio di linoleum, poi fissata sull'auto. Stessa maniacale attenzione era riservata al mezzo: nel corso dei mesi il colore è stato cambiato più volte, tramite il cosiddetto "wrapping", ovvero l'apposizione sulla carrozzeria di una pellicola di plastica adesiva. I predoni avevano anche provveduto a installare un sottoscocca aggiuntivo in poliuretano, perfettamente sigillato così da evitare l'applicazione di sistemi di localizzazione gps.

Grazie agli attrezzi da scasso i sinti riuscivano quindi a introdursi nelle abitazioni, forzando porte o finestre: dopodiché, arraffati tutti gli oggetti di valore che trovavano in casa, salivano in macchina e ripercorrevano il cammino a ritroso, a una velocità tale da rendere praticamente impossibile un posto di blocco per fermarli. Le indagini dei carabinieri si sono rivelate difatti particolarmente difficoltose, tra appostamenti e pedinamenti per cogliere i ladri con le mani nel sacco, anche grazie alle testimonianze oculari e alle immagini dei sistemi di videosorveglianza. Alla fine il blitz è avvenuto direttamente al loro provvisorio campo base, con una certa sorpresa da parte dei criminali: alloggiando in abitazioni "pulite", senza refurtiva né attrezzi compromettenti con sé, pensavano di passarla liscia.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Colpi nelle abitazioni dei turisti in vacanza, banda sgominata

VeneziaToday è in caricamento