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Cronaca

LACRIME E SANGUE A Venezia aumenta l'Irpef: "Colpa di Roma"

Approvato dopo una maratona in Consiglio il bilancio di previsione 2013. Brutte notizie per i cittadini: "Misura cui non avremmo mai pensato"

E’ stato approvato nella notte dal Consiglio comunale di Venezia il Bilancio di previsione 2013, un documento contabile che nella sua generale impostazione ha cercato di minimizzare gli effetti dell’impatto causato dagli oltre 27 milioni di euro di minori trasferimenti che il Comune di Venezia ha subito da Roma.

Confermata l’impostazione del forte sostegno al welfare cittadino, del rispetto del pagamento crediti verso le imprese e dell’applicazione rigorosa del principio di equità. Ma, su tutto, si evidenziano i profili di una manovra che ha ridotto le spese dell’Amministrazione veneziana di oltre 16 milioni in un anno.

Una pesante “spending review” comunale che va analizzata anche in relazione ai tagli sui trasferimenti dal governo centrale  - di oltre 27 milioni di euro, appunto - e in un contesto di profonda incertezza normativa e assenza di indirizzo da parte dell’amministrazione centrale.

“Il Bilancio di previsione – ha spiegato il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni – è stato votato in un clima di collaborazione, anche da parte della minoranza, con la quale abbiamo avuto un dialogo proficuo. Deve in primo luogo essere sottolineato l’ottimo lavoro che l’assessore al Bilancio e vicesindaco Sandro Simionato con i suoi uffici ha svolto in questi mesi. Il Comune ha deciso di chiudere in anticipo sui tempi della norma (il termine era fissato per fine settembre) quale atto di responsabilità, consentendo così all'Amministrazione di agire con più sicurezza nei prossimi mesi, ben sapendo che, visto il clima di incertezza normativa, si dovrà mettere mano al documento con un assestamento entro ottobre.

Data la situazione – ha continuato Orsoni – siamo stati costretti a incidere sull’addizionale Irpef, dopo che il Governo ha improvvisamente deciso di agire sulla spending con criteri di calcolo che di fatto penalizzano pesantemente le grandi città. Un criterio devastante, sul quale si dovrà intervenire per imporre al Governo una correzione, e su questo l’Anci ha già chiesto un incontro con il presidente del Consiglio dal quale ci auguriamo positivi riscontri.  Nonostante questo, il Comune di Venezia, attraverso un’operazione di taglio alla spesa interna, è riuscito a contenere il danno, fissando a 17 mila euro la soglia di esenzione – comunque fra le più alte in Italia – e impegnandosi a rivedere questa rimodulazione nel caso da Roma arrivino buone notizie. Su questo fronte rimaniamo dunque fra i più virtuosi comuni italiani della nostra dimensione”.

Il sindaco di Venezia ha dunque espresso soddisfazione per la manovra che il Consiglio ha licenziato in nottata, ma ha criticato fortemente l’atteggiamento con cui i Comuni sono trattati dal Governo: “I Comuni italiani hanno contribuito al taglio della spesa pubblica generale per 8 miliardi di euro. Negli ultimi 18 mesi ci sono stati 16 provvedimenti sull’impostazione dei bilanci. Non abbiamo alcun indirizzo e siamo costretti a lavorare immersi nella nebbia. Il Governo – ha detto ancora Orsoni – non considera la fatica dei Comuni nell’amministrare quella parte di spesa pubblica che guarda più da vicino le esigenze del territorio. Una situazione inaccettabile nella quale solo i cittadini pagano le spese: per loro non c’è alcun rispetto. È un grido di allarme quello che sento di mandare al Governo – ha concluso Orsoni - perché se non c’è una svolta nell’affrontare questi temi credo di non sapere dove si potrà arrivare, siamo all’esasperazione”.

Soddisfazione è stata espressa anche dall'assessore al Bilancio, il vicesindaco Sandro Simionato: “ Abbiamo chiuso il Bilancio di previsione prima di altri Comuni d'Italia, che sono comunque nella stessa situazione di drammatica difficoltà nel far quadrare i conti nell'incertezza generale che è data dalla norma e dal continuo mutare della forma. Dall'incertezza stessa delle linee di impostazione generale. Il Governo non riesce darci un indirizzo. Questo – ha continuato Simionato - è il migliore Bilancio possibile a condizioni date; di più credo non si sarebbe certamente potuto fare.

Abbiamo lavorato negli ultimi tre anni con costanza, seguendo delle linee strategiche decise dall'inizio e che continuiamo a percorrere tenacemente: risistemare il nostro Bilancio, renderlo un bilancio normale, un bilancio che si sostenga sulla certezza delle entrate e quindi, di conseguenza,  su una spesa stabile, consolidata ed efficiente, mantenendo alta la qualità dei servizi erogati, e magari reimpostandone alcuni in relazione alle nuove esigenze del territorio. Sono state queste le nostre linee politiche di forza; sostegno forte al sistema del welfare locale, sostegno per la nostra competenza anche al sistema produttivo, attenzione ai temi del sociale, del lavoro.

Tutto questo – ha aggiunto - in un quadro dove le risorse da Roma sono state drasticamente ridotte: in tre anni abbiamo registrato un taglio da 54 milioni di euro, a questi ci aggiungiamo le minori risorse arrivate dal Casinò. Negli ultimi tre anni arriviamo complessivamente a minori disponibilità per 135 milioni di euro. Nonostante questa pesante situazione, incisiva è stata la riduzione del debito, che si attesta complessivamente a 340 milioni di euro, sui 452 del 2010, allineandosi con i Comuni di pari dimensione, ma di condizioni diverse, e da due anni non apriamo un mutuo, pur garantendo i servizi. Lo sforzo è stato dunque importante.

Malgrado lo sforzo, abbiamo dovuto fare una cosa che fino a 7 giorni fa non avremmo voluto fare sull'addizionale Irpef, ma l'impegno – ha concluso Simionato - è quello di ritornare ai nostri parametri appena dal Governo arriveranno chiarimenti su una compensazione che attendiamo”.

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