Operazione Casinò, i dubbi del sindacato Sgb al ministero: "Tutto conforme alla legge?"

I rapporti tra il Comune di Venezia e i rappresentanti dei lavoratori del Casinò sembrano andare verso una progressiva distensione, lo spettro della liquidazione e dei licenziamenti si allontana a favore di un accordo tra le parti. Restano, però, degli interrogativi. Li evidenzia Giampietro Antonini, del sindacato Sgb, che solleva dei dubbi sulla legittimità delle operazioni condotte dalla società controllata Casinò di Venezia Meeting & Dining Service S.r.l.. E per questo ha scritto al ministero per la Semplificazione e la pubblica amministrazione.

I dubbi sulla violazione delle norme

Antonini si chiede se la società risponda ai vincoli previsti dal nuovo testo unico delle partecipate (introdotto con la riforma del ministro Madia, decreto legislativo 175/2016) "in termini di fatturato, risultato economico e al divieto, per le partecipate, di fare attività d'impresa". "Ci risulta che le amministrazioni pubbliche - scrive - possano costituire società di produzione di beni e servizi, o partecipare alle stesse, solo quando ciò risulti strettamente necessario al perseguimento dei propri fini istituzionali, comunque con risultati di gestione (utili o perdite) che non siano in negativo per più di quattro anni consecutivi. Diversamente dovrebbero provvedere alla dismissione della partecipazione". Seguono i risultati di bilancio, che vedono la Srl in passivo consecutivamente dal 2009 al 2016. Secondo il sindacalista, poi, potrebbe configurarsi anche una violazione del divieto di fare attività di impresa: "Ci risulta - conclude - che la stessa società si sia aggiudicata la gara bandita dalla Fondazione Musei civici per la gestione delle quattro caffetterie museali. Ci chiediamo quindi se quanto esposto risponda ai dettami previsti dal decreto legislativo 175/2016".