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Cronaca

Ad un anno dalla morte di Giancarlo, il Centro studi e ricerche Ligabue diventa Fondazione

Il nuovo statuto, a cui hanno derito importantissime personalità italiane ed internazionali, sancisce l'importanza e la necessità di divulgare e promuovere la cultura e la ricerca

Ad un anno dalla scomparsa del suo fondatore, il Centro Studi e Ricerche Ligabue diventa “Fondazione Giancarlo Ligabue”. La trasformazione è stata annunciata dal figlio Inti lunedì, nell’anniversario della scomparsa di Giancarlo creatore del Centro Studi, associazione senza scopo di lucro nata nel 1973. La nuova Fondazione intende dare continuità, anche con un nuovo sistema organizzativo e una serie di iniziative culturali, al lavoro svolto fino a ieri, proponendo il suo raggio di iniziativa a livello locale, nazionale e internazionale.

"Favorire lo svolgimento di attività di promozione culturale e di ricerca con particolare riferimento ai settori dell’archeologia, antropologia, paleontologia, scienze naturali ed arti figurative, anche attraverso manifestazioni aperte al pubblico, mostre a tema, conferenze, convegni, pubblicazioni, divulgazione, editoria, consulenze scientifiche, restauri, erogazioni filantropiche, sia in Italia che all’estero", questo lo scopo sancito dallo Statuto della "Fondazione".

Al comitato scientifico hanno aderito studiosi e amici del Centro Studi, assieme a personalità del mondo scientifico e culturale di tutto il mondo: da Donald Johanson, paleontologo e scopritore dell’ominide Lucy al filosofo Massimo Cacciari. Con loro Federico Kauffmann Doig, direttore dell’istituto di Archeologia Amazzonica a Lima, Philippe Taquet, presidente dell’Accademia delle Scienze di Francia, Arman Beisenov, Direttore dell’Istituto di Storia e Archeologia Begazy e Carl Lamberg-Karlovsky dell’Harvard University Cambridge.

"L’Istituzione di una Fondazione che faccia riferimento alla figura e alle attività svolte da mio padre - ha detto Inti Ligabue, presidente della Fondazione - nasce dall’affetto prima di tutto, ma anche dalla forte responsabilità che sento nei confronti di quel patrimonio di opere, documentazioni e valori che mio padre ha lasciato. Un’eredità materiale e immateriale, la sua, che va saldamente conservata e che vorrei fosse sempre più patrimonio fruibile, strumento di nuove conoscenze e motore di nuove ricerche. È con la città tutta - ha proseguito -, con le istituzioni appunto, con i centri culturali e con le forze positive che qui operano, che la Fondazione vuole collaborare. Credo e conto che questo nostro progetto sarà occasione importante anche per la città di Venezia e per quanti operano nel mondo della cultura, della ricerca e della divulgazione. Oggi è un momento per ricordare e condividere una storia che vogliamo continui e si rafforzi in un’altra storia, capace di rispondere ai tempi mutati, ma sempre con l’entusiasmo, la forza, la generosità e il sorriso che mio padre Giancarlo mi ha insegnato".

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