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Cronaca

Il contributo per entrare a Venezia divide. Gasparinetti: «Gabella medievale». Tonon: «Ci voleva»

Opposizioni contro la maggioranza sul regolamento per accedere alla città storica. Nodo critico: «Manca la definizione della soglia d'ingresso, così la misura è vana». Il Comune vuole prima sperimentare la prenotazione

Conto alla rovescia per la prenotazione e il biglietto d'ingresso a Venezia. Un provvedimento rallentato dalla pandemia ma che ha avuto un'accelerazione con la ripresa del turismo, culminata nella scrittura di un regolamento. Un testo che ha visto maggioranza e opposizione dibattere e contrapporsi nel corso di 4 sedute di commissione, e che infine le ha divise definitivamente. Se la giunta da un lato preferisce non definire adesso la soglia massima di visitatori che potranno accedere alla città, e conta di fissarla nel tempo a partire dall'esperienza della prenotazione, le opposizioni in Consiglio comunale considerano la mancata definizione di questo limite ciò che fa venire meno l'obbiettivo del provvedimento: gestire i visitatori.

«Possiamo chiamarlo contributo di accesso, di fatto è una gabella medievale ed è una soluzione antiquata perché non fa altro che monetizzare i flussi, anziché gestirli - commenta il capogruppo "Terra&Acqua, Marco Gasparinetti -.  Un Comune che si autocandida a capitale mondiale della sostenibilità ragionerebbe invece termini di «internalizzazione dei costi» ambientali e direbbe: "vieni in treno, a piedi, in bicicletta? Non paghi. Sbarchi da un lancione gran turismo, o da una nave? Al vettore chiediamo di farti pagare una tassa di sbarco, incorporata «a monte» nel titolo di viaggio o nel prezzo della crociera. Vuoi venire in macchina ? Non puoi perché il ponte della libertà sarà una Ztl, come aveva dichiarato il sindaco in carica. Riservato a chi vive o lavora a Venezia». «Credo che dovremmo concordare su un punto di partenza, che oltre a una certa soglia a Venezia non ci si sta. Non si possono mettere 5 litri dentro una bottiglia da un litro, e a Venezia è la stessa cosa. Ma il passo in avanti che dobbiamo fare, è che quella soglia massima non la si deve raggiungere, dobbiamo fissare un limite non di riempimento ma di vivibilità della città, non solo per il residente ma anche per il visitatore che della città vuole godere davvero», afferma la consigliera Cecilia Tonon del gruppo "Venezia è tua". 

Di fissare un limite d'ingresso lo hanno chiesto tutti i gruppi d'opposizione durante le commissioni, il Partito Democratico, "Tutta la città insieme!" e il gruppo Verde Progressista. «Venezia è stata paragonata a Ryanair - prosegue Gasparinetti - Ringrazio l’assessore al Turismo, Simone Venturini, per la metafora che mi permette di smontare l’impianto complessivo del regolamento. L’assessore ha detto che con questo regolamento il Comune di Venezia farà come quella compagnia «low cost»: chi prenota prima pagherà meno e chi supera la soglia pagherà di più ma potrà venire comunque. Questo equivale a dire che quando Ryanair ha già venduto tutti i posti a sedere, continua a vendere biglietti e i passeggeri li fa viaggiare sul tetto, oppure sulle ali dell’aereo, o attaccati a un gancio sotto la carlinga. Ed è proprio questo che rende palesemente incostituzionale il significato dato alla parola «soglia», perché - dice il consigliere Terra&Acqua - in questa accezione non rientra fra quelle che la nostra Costituzione indica come fonti di possibili restrizioni alla libera circolazione delle persone: i motivi di sanità o sicurezza. Ma il regolamento dice che superata la soglia, salgo comunque in aereo e quel che sarà sarà, in termini di sanità e sicurezza». 

Le critiche al regolamento hanno riguardato anche le esenzioni. Una lista «troppo lunga» di non paganti rischia comunque di svuotare il provvedimento, hanno osservato le minoranze. «Non sarei del parere di esentare dalla prenotazione le gite scolastiche, perché esentare i gruppi numerosi, quelli che intasano le strade e i mezzi pubblici, renderebbe vana la misura e non vedo come la prenotazione possa essere un problema per una gita programmata certamente con molti mesi di anticipo», dice Tonon. Insomma, una misura «medievale - conclude Gasparinetti -  che riporta ai tempi in cui le città italiane erano cinte di mura interrotte soltanto da porte, dove ci si fermava per pagare dazi e gabelle».

Tonon cerca la collaborazione, e di poter portare il proprio contributo. «Questo provvedimento lo appoggio perché è ora di fare qualcosa per la sopravvivenza della città - argomenta la capogruppo di "Venezia è tua" - Sicuramente non sarà perfetto ma spero che la giunta sia aperta a collaborare e accogliere suggerimenti - E aggiunge - Voglio richiamare l'attenzione anche alle guide che portano le comitive a scoprire la "Venezia nascosta". Molte volte si tratta delle poche zone in cui ancora ci si salva dal turismo “becero” e di massa. Se da un lato è decisamente positivo che un turista interessato scopra anche altri gioielli artistici oltre a quelli più noti, dall'altro trovo assolutamente da evitare che le comitive vengano portate nelle poche zone dove c'è ancora vita residenziale. Quindi chiedo di pensarci bene prima di sponsorizzare l'idea di spalmare i flussi turistici anche nelle zone che ancora ne sono scevre. Al contrario, tali zone ne vanno assolutamente preservate».

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