Covid, "serrata" per altre 3 settimane: «Serve massima attenzione fino al 20 aprile»
Entro mercoledì 31 marzo dovrebbe essere firmato il nuovo decreto Covid, che confermerà il blocco della zona gialla e la chiusura di parrucchieri in zona rossa
Il nuovo decreto legge del governo Draghi sull'emergenza coronavirus sarà pronto probabilmente mercoledì 31 marzo. E confermerà lo stop alla zona gialla, lasciando l'Italia in zona rossa e arancione fino a metà aprile. Con uno spiraglio: una verifica sui numeri per riaprire più celermente se l'epidemia di coronavirus lo permetterà. E l'ok alle scuole aperte fino alla prima media in zona rossa e fino alla terza media in zona arancione. Lo riporta oggi Today.
Restrizioni forti anche dopo Pasqua
Il nuovo decreto Draghi dovrebbe contenere solo alcune norme, ovvero:
- confermare il congelamento della zona gialla fino alla scadenza del decreto (ovvero la fine di aprile);
- colorare tutta l'Italia di rosso e arancione, quindi con bar e ristoranti chiusi, e il divieto di spostamento tra regioni;
- consentire il rientro in classe agli studenti fino alla prima media in zona rossa e fino alla terza media in zona arancione con il 50% di Didattica a Distanza nelle scuole superiori.
A tutto dovrebbe essere aggiunto l'obbligo vaccinale per il personale sanitario a contatto con i pazienti e la norma a tutela di medici e infermieri vaccinatori. Chi non rispetterà l'obbligo, secondo la bozza che circolava fino a domenica, andrà incontro a sanzioni crescenti che andranno dallo spostamento ad altro incarico fino alla sospensione dello stipendio. Ma senza l'obbligo di licenziamento.
«Ci vuole massima attenzione»
«Il testo del prossimo decreto Covid non è ancora pronto. Ma stiamo dicendo a tutti la stessa cosa: occorre dare ai cittadini una prospettiva di speranza. - così il ministro per le Autonomie, Maria Stella Gelmini - Allo stesso tempo questo non è il momento per dire "riapriamo tutto". Fino al 15-20 aprile ci vorrà ancora molta attenzione, ma poi se i numeri migliorano all'interno del dl servirebbe un automatismo per prevedere aperture mirate senza il bisogno di approvare un nuovo provvedimento».