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Cronaca Chioggia

Fermo pesca e Mose, ok del ministero alle richieste di Chioggia. Ora attenzione al caro gasolio

Il recente decreto ministeriale ha concesso più flessibilità ai pescherecci che devono adattarsi agli orari di sollevamento delle barriere alle bocche di porto

Il ministero delle politiche agricole ha concesso una maggiore flessibilità alle imprese della pesca chioggiotte: per mitigare i danni legati all'attivazione delle paratoie del sistema Mose, nel 2022 le attività a strascico potranno scegliere, di volta in volta, se praticare l'attività in regime giornaliero oppure orario. Il sindaco di Chioggia Mauro Armelao, che tra novembre e dicembre 2021 aveva discusso del problema con i tecnici del ministero, esprime soddisfazione per il decreto, «che tiene in considerazione la specificità del comparto della laguna di Venezia».

«La soluzione individuata - chiarisce il sindaco - permetterà alle nostre imbarcazioni di svolgere l’attività di pesca senza dover ridurre l’operatività più di quanto non venga già richiesto dalle regole del fermo pesca». Disagi che, nel caso di Chioggia, si sommano alle difficoltà nel rendere compatibile la pesca con le chiusure del sistema Mose, che impediscono per ore di uscire in mare o di rientrare.

Ora l'attenzione si sposta sul caro gasolio, altra questione che mette il comparto in grave difficoltà. «L’augurio - dice il sindaco - è che la stessa attenzione dimostrata dal governo sul problema del Mose possa essere riposta anche sull'emergenza dell'aumento dei prezzi del carburante». Solidarietà anche dal direttore del mercato ittico Emanuele Mazzaro: «I pescatori meritano il sostegno di tutte le istituzioni. Anche noi chiediamo un rapido intervento da parte del governo per evitare un colpo mortale a migliaia di imprese». La marineria chioggiotta questa settimana non è uscita in mare, aderendo ad una mobilitazione nazionale.

«Solidarietà alle marinerie che hanno dichiarato lo stato di agitazione a oltranza per protestare contro il caro gasolio: si parla di rincari tali da rendere le attività di pesca non più sostenibili - commenta l’assessore regionale alla Pesca Cristiano Corazzari - Dopo la crisi provocata dal Covid un nuovo flagello si abbatte sulle nostre flotte». L’assessore Corazzari due settimane fa aveva scritto al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e al sottosegretario alla Pesca Francesco Battistoni chiedendo un intervento per scongiurare la crisi del settore. «Le spese per il carburante incidono fino a oltre 50 per cento sui costi che le aziende ittiche devono sostenere, e spesso le imprese non riescono a coprire le voci di spesa con i ricavi. La situazione è davvero difficile. È urgente scongiurare uno scenario drammatico con imprese di pesca marittima non più in grado di fronteggiare gli eventi negativi avversi». Il settore coinvolge tutta la filiera, con conseguenze che sono imprevedibili sui consumatori e sulle imprese come quelle dei trasporti.

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