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Cronaca Marghera

Nel comune di Venezia un tetto agli iscritti di origine straniera: massimo il 40% della classe

Protocollo tra Ca' Farsetti, prefetto e ufficio scolastico: raggiunto il limite si sposteranno i bimbi in altri istituti. "Per evitare il rischio 'ghetto', specie alla Grimani e alla Giulio Cesare"

Una decisione presa d'accordo tra Comune di Venezia e ufficio scolastico regionale per evitare un'eccessiva concentrazione di bambini stranieri nelle stesse classi e permettere così una migliore integrazione e un processo più efficace di apprendimento della lingua italiana. A partire dal prossimo anno scolastico (o meglio, già dalle fasi di preiscrizione), nelle scuole veneziane primarie e dell'infanzia gli iscritti di origine straniera non potranno superare il 40% del totale dei bambini, percentuale che sarà ridotta al 30% dal 2020.

Distribuzione più equa

"La valutazione spetterà all'ufficio scolastico - comunica l'assessore alla Coesione sociale, Simone Venturini - Alla presentazione delle domande di iscrizione, una volta superata la quota massima, si sposteranno gli alunni eccedenti in altre scuole in cui la concentrazione di bambini di origine migratoria è minore". Il provvedimento riguarda soprattutto la Grimani di Marghera e la Giulio Cesare di Mestre, istituti in cui negli ultimi anni si è arrivati ad una presenza del 75% di bimbi non italiani. Con la conseguenza di un "effetto ghetto" e, soprattutto, il rischio che i piccoli non entrino a dovere nel processo di integrazione e facciano molta più fatica a imparare la lingua. "Lo scopo di questo lavoro - ha aggiunto - è prima di tutto quello di garantire ad ogni bambino, italiano o straniero, il diritto ad una piena ed efficace istruzione. Sono le stesse famiglie non italiane a ritenere inadatte all'integrazione le classi i cui bambini sono perlopiù di origine migratoria".

Azioni di accoglienza e integrazione

Sul tema è stato redatto un protocollo d'intesa firmato, oltre che da Venturini, dal prefetto Carlo Boffi, dalla direttrice dell'ufficio scolastico regionale Daniela Beltrame e dalla dirigente dell'ufficio scolastico provinciale Mirella Nappa. L'accordo - comunica la prefettura - intende stabilire "le azioni necessarie per assicurare la formazione di tutti gli alunni, favorendo i processi di integrazione, attraverso un'equa distribuzione di detti alunni nelle scuole del territorio del comune di Venezia, allo scopo di garantire pienamente il diritto di accesso al sistema scolastico". Le iniziative previste: facilitare i processi di inclusione attraverso azioni di formazione e sensibilizzazione; evitare il rischio di avvii ritardati della frequenza; sostenere l'apprendimento dell'italiano; valorizzare la diversità linguistica e culturale; coinvolgere le famiglie. Ad esempio tramite laboratori, supporti di mediazione linguistica, potenziamento del trasporto.

Cgil contraria: "Così salta la prima elementare"

Di opinione diversa la segretaria di Flc-Cgil, Giusy Signoretto: "Già l’anno scorso avevamo chiesto un tavolo con Regione, Comune e dirigenza scolastica, senza ottenerlo. Il problema è complesso: alla Giulio Cesare è probabile che non ci sarà una prima elementare quest’anno, perché hanno chiesto di iscriversi 14 bambini, e sono tutti stranieri. La soluzione non è mettere i piccoli bordo di pulmini e farli andare in altre scuole. È necessario affrontare la realtà per quello che è: se lo stradario appartiene agli stranieri allora è compito dell’istituto mettere a disposizione dei facilitatori culturali per inserire e integrare i bimbi a scuola. In questo modo la scelta del Comune è quella non formare la classe, e così si tagliano insegnanti e il personale. È una vecchia circolare, che va ridiscussa, trovando soluzioni che rispettino lo stradario".

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