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Cronaca

"L'islam è pace". La comunità musulmana al funerale di Valeria

Il portavoce veneziano Mohamed Amin Al Ahdab conferma la presenza di una rappresentanza a San Marco. Sul velo: "Non si cada nelle esagerazioni"

"Difficile dare giustificazioni per qualcosa che non si è fatto". Traspare amarezza nelle parole di Mohamed Amin Al Ahdab, portavoce delle comunità islamiche di Venezia, che spesso negli ultimi giorni ha parlato degli attacchi terroristici e del fondamentalismo religioso. Ne ha discusso con i fedeli, naturalmente, anche durante la preghiera del venerdì. Condannando di nuovo la terribile violenza di Parigi, ricordando che il messaggio dell'islam è un messaggio di pace. "La nostra condanna è chiara - spiega - Ne abbiamo parlato, il profeta non combatte, cerca la pace, perdona. Dobbiamo tutti essere in grado di aprire gli occhi e distinguere, non far crescere il seme dell'odio. Quei terroristi sono loro stessi vittime della propria ignoranza. Dobbiamo insegnare ai nostri figli ad amare il prossimo. E poi smettere di confondere la religione con la politica". Ci sarà anche la comunità islamica al funerale di Valeria Solesin, giovane veneziana rimasta uccisa al Bataclan il 13 novembre. "La piangiamo come una nostra figlia", aveva detto nei giorni scorsi Amin Al Ahdab. È ciò che chiede la famiglia di Valeria, che la cerimonia sia aperta a tutte le donne e gli uomini, di qualsiasi credo. Uniti nell'ultimo abbraccio alla ragazza scomparsa, per rispondere alle armi e all'odio con il cuore.

E sulla proposta del procuratore aggiunto Carlo Nordio di vietare il velo a Venezia? "Il burqa non è un elemento islamico - spiega il portavoce - Il velo sì. Noi ci teniamo alla sicurezza, viene prima di tutto. È giusto che una persona sia riconoscibile, siamo i primi a intervenire se notiamo comportamenti potenzialmente pericolosi. Ma invitiamo a non esagerare, perché non è giusto che paghiamo per gli errori degli altri. Invitiamo al buon senso, a evitare reazioni assurde. La pace va costruita insieme, non diamo credito a chi nutre rancore o cerca strumentalizzazioni".

Ma qualcuno propone di andare avanti su questa linea: l'onorevole Sergio Berlato, presidente della Terza Commissione consiliare permanente in quota Fratelli d'Italia, presenta in Consiglio regionale del Veneto una mozione per imporre il divieto di qualsiasi mezzo di travisamento del volto in pubblico, compreso il velo. "Gli attentati terroristici - si legge - hanno aumentato il senso di insicurezza. Per fornire adeguate risposte ai cittadini dobbiamo considerare che la prima forma di controllo è rappresentata dalla possibilità di identificare agevolmente le persone. Esistono già le norme che vietano a chiunque di girare mascherato o di rendere difficoltoso il riconoscimento. La normativa va modificata prevedendo il divieto di indossare qualsiasi indumento di travisamento del volto, compresi il velo ed il burka".

Dello stesso parere l’assessore alla Sicurezza della Regione, Cristiano Corazzari: "Io sto con il procuratore Nordio: facciamo rispettare le leggi che impediscono per evidenti motivi di sicurezza l’uso del velo che travisa i volti e non consente il riconoscimento delle persone. Aggiungo che la norma che impone questo divieto va applicata non solo nei luoghi più sensibili, quale è sicuramente Venezia, ma in tutto il nostro territorio".

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