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Cronaca

Furti in centro storico, in arresto una banda di veneziani specializzata in casseforti

Cinque italiani e un albanese: sgominato un gruppo dedito a razzie ai danni di attività commerciali, tra loro due padri con figli. Sequestrati materiali e arnesi da scasso

Oltre un anno di indagini: alla fine i carabinieri sono riusciti a raccogliere elementi a sufficienza per arrestare una banda specializzata in furti ai danni di esercizi commerciali e cooperative, attiva soprattutto in centro storico a Venezia ma non solo. L'operazione si è conclusa all'alba di lunedì con il blitz che ha portato all'arresto di sei persone, tutte veneziane tranne uno, ritenute il nucleo della banda criminale.

VIDEO - BANDITI IN AZIONE, INSEGUIMENTO SUL PONTE DELL'ACCADEMIA

L'attività ha avuto inizio nel corso del 2014 dopo un colpo alla chiesa di San Vidal: gli investigatori si sono concentrati su una serie di razzie con modus operandi molto simili, tutte eseguite con l'obiettivo di arrivare alle cassaforti presenti all'interno di esercizi commerciali o altri tipi di attività (nella chiesa di San Vidal c'è la sede della cooperativa "Pentagramma"). Alla banda sono contestati tre furti riusciti e due tentati, ma le indagini proseguono per altri episodi simili in terraferma e in laguna come nella sede dell'Ascom vicino al Comune. Nel mirino razzie perpetrate anche nel Sandonatese.

Oltre a quello a San Vidal, i colpi riusciti sono quelli andati in scena al supermercato Billa di Santa Croce, dove è stata asportata la cassaforte con bottino di 33mila euro, e ad una vetreria "Vecchia Murano", vicino al ponte della Canonica (bottino 20 mila euro). In tutto la refurtiva ammonta a circa 90mila euro. Tentativi falliti invece alla sede della cooperativa Portabagagli e in un negozio di merletti, a fianco della vetreria. Gli autori, come detto, sono cinque italiani di Venezia a cui viene contestata anche l'associazione a delinquere: tra questi ci sono due padri con i rispettivi figli; sono A.P. (58 anni, l'elemento carismatico del gruppo), O.P. (38 anni), C.S. (58 anni), A.S. (35 anni), A.D.N. (44 anni, unico incensurato). Il sesto, B.B., albanese di 29 anni, è stato arrestato e indagato per gli stessi furti. Non  era "interno" alla banda. Mentre ai membri italiani il gip contesta anche l'associazione a delinquere.

I ladri, in perfetto stile "veneziano", si muovevano in barchino: uno di loro attendeva gli altri sull'imbarcazione, sulla quale poi caricavano la cassaforte. Dopodiché si dirigevano a Campalto, dove avevano un posto alla darsena. L'indagine, coordinata dalla procura di Venezia, si è svolta attraverso un monitoraggio continuo e prolungato degli indagati. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati materiali e arnesi da scasso durante un controllo stradale. I quattro italiani avevano tutti un lavoro e perpetravano i furti durante il fine settiimana. Ognuno aveva un ruolo definito, e per questo è stata contestata l'associazione a delinquere.

C'era chi in passato aveva fatto l'elettricista, e chi, facendo il panettiere, aveva accesso a diverse attività del centro storico. Chi, operaio, forniva gli arnesi da scasso e chi, il proprietario del barchino, conosceva a menadito i canali di Venezia. In modo da rendere eventuali fughe il più rapide possibili. Non che la banda non sia andata incontro a contrattempi: durante il colpo a San Vidal, infatti, all'inizio i quattro deputati a penetrare nella chiesa erano stati sorpresi dalla guardia giurata. Da qui ne è scaturito un inseguimento a piedi sul ponte dell'Accademia, immortalato dalle telecamere comunali. Un colpo a una sede di una cooperativa portabagagli non riuscì proprio a causa del peso della cassaforte, lasciata letteralmente in mezzo alla stazione ferroviaria di Santa Lucia. Una volta invece che il furto veniva effettivamente messo a segno, il forziere dii turno veniva trasportato via barca a Campalto, per poi essere forzato con tutta calma in terraferma.

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