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Cronaca Mestre Centro

Un altro bimbo muore sulle piste da sci: "Fatalità? Ci vuole sicurezza"

Mauro Rossato, padre del piccolo Andrea, il bambino mestrino che 11 mesi fa ha perso la vita sulle nevi di Cortina non crede nell'inevitabilità dell'incidente: "Solo la magistratura può dimostrarlo"

L'ultima tragedia domenica scorsa. Mattia Bianchi, dieci anni, della provincia di Varese, ha perso la vita in una pista da sci dell'Alta Levantina, in Canton Ticino. Una disgrazia simile a quella accaduta quasi un anno fa al piccolo Andrea Rossato, di Mestre. Suo padre Mauro ha creato una fondazione in suo onore e non smette di battersi affinché questi incidenti non accadano più. Lo scopo principale dell'organizzazione è infatti quello di diffondere la cultura della sicurezza nello sport. "Non è possibile parlare di fatalità - spiega l'uomo ad AgiPress - perché tale parola definisce qualcosa di inevitabile. Nessuno, tranne la magistratura può escludere eventuali responsabilità".

Andrea si è schiantato contro un albero sulle piste di Cortina, Mattia è invece scivolato urtando violentemente un muretto di neve ghiacciata. "Siamo davvero convinti – insiste Mauro Rossato - che finire contro un ostacolo di ghiaccio in pista sia solo questione di fato avverso, o forse si può anche ipotizzare che un cumulo di neve ghiacciata in una pista, a maggior ragione perchè nera, non ci debba essere?".

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