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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Ufficiale trovato morto sulla petroliera al largo di Venezia, nuovi esami

La procura aveva archiviato ma il gip del tribunale lagunare ha disposto la riesumazione del corpo e un'altra perizia

Le indagini sulla morte del terzo ufficiale di macchina, Giosué Sorrentino, trovato morto a bordo della petroliera "Bianca Amoretti" 5 anni fa al largo di Venezia, in rada a Malamocco, sono state riaperte. La procura aveva deciso per l'archiviazione del caso ma il gip di Venezia ha disposto la riesumazione del corpo e una nuova perizia di cui attende l'esito. Lo riportano il programma "Chi l'ha visto" e il quotidiano Metropolis.

All'epoca dei fatti il 35enne, originario di Sant'Agnello nel Napoletano, fu trovato privo di vita e con uno squarcio al collo nella sala macchine dell'imbarcazione. In base ai risultati delle indagini la troncatrice, che si trovava nella stiva della petroliera e avrebbe causato il ferimento mortale di Sorrentino, sarebbe stata azionata dal lui stesso. Per questo, dopo 4 anni, l'autorità giudiziaria aveva deciso di archiviare il caso: scelta che la famiglia non ha mai condiviso assieme ai legali, che hanno parlato di "omicidio simulato da suicidio".

Furono la squadra mobile e la questura di Venezia a raccogliere le testimonianze dei 12 membri dell'equipaggio dopo l'accaduto e a verificare tracce e impronte. Sul caso fin da subito era calato il mistero. All'inizio le indagini si erano concentrate anche sull'incidente di lavoro, poi però escluso perché l'uso del macchinario non rientrava nelle mansioni di Sorrentino. I dubbi più rilevanti sono riemersi però attorno alla tesi del suicidio. Per i legali della famiglia, che hanno a più riprese smontato la conclusione, per far partire la fresa e utilizzarla per ferirsi Sorrentino avrebbe dovuto assumere una postura per lui impossibile da adottare in rapporto all'altezza della macchina e della sua corporatura. 


 

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