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Cronaca

Avanti il piano tamponi Ulss3. L'appello: «Creare aree Covid per le case di cura»

A Chioggia, Mestre e Dolo già invitati ai controlli più di 1300 operatori sanitari. Preoccupazione per le strutture per anziani: «Dovrebbero essere coordinate dalle aziende sanitarie»

L'azienda sanitaria Ulss3 prosegue nell’attuazione del piano tamponi indicato dalla Regione Veneto per il personale sanitario sia dell’ospedale che del territorio. Gli operatori del servizio di Igiene e Sanità Pubblica sono partiti qualche giorno fa con il distretto di Chioggia, dove sono stati effettuati già tutti i 189 tamponi, e con il distretto di Mestre, dove sono stati invitati per effettuare il tampone 554 operatori sanitari (124 medici di Medicina Generale, 19 pediatri, 18 medici della Continuità Assistenziale, 58 specialisti ambulatoriali interni e una cinquantina di operatori delle Medicine di Gruppo, più 285 operatori sanitari delle farmacie e delle parafarmacie del territorio).

Mirano Dolo

Venerdì gli operatori del servizio di Igiene e Sanità Pubblica hanno iniziato ad effettuare i tamponi anche nel distretto di Mirano-Dolo, dove verranno eseguiti tamponi su 602 persone, di cui 242 sono medici (medici di famiglia, pediatri, medici della Continuità Assistenziale e specialisti ambulatoriali), 310 sono farmacisti e dipendenti delle farmacie e una cinquantina è rappresentata da operatori delle segreterie anche delle Medicine di Gruppo. Nel Distretto di Dolo Mirano sono state organizzate quattro giornate per effettuare i tamponi al personale sanitario del territorio: i tamponi vengono effettuati nella sede del dipartimento di Prevenzione che, in quest’area, si trova presso Villa Massari (ingresso vecchio dell’ospedale di Dolo). Tra venerdì e sabato ne sono stati eseguiti circa 250. Nelle prossime due giornate si completerà lo screening.

I servizi, le risorse

«Il piano sta procedendo rapidamente – ha ricordato il direttore generale Giuseppe Dal Ben – con il coinvolgimento di diverse unità operative». Impegnati non solo i clinici che eseguono gli esami, ma anche quella parte di personale amministrativo che, con la creazione di un Cup specializzato per l'accettazione, ha creato i contatti e il calendario, oltre agli specialisti che poi processano i tamponi effettuati. Dal punto di vista organizzativo, per il piano tamponi l’Ulss3 ha messo in campo, all'interno del dipartimento di Prevenzione, una unità specifica con personale delle professioni sanitarie addestrato e riconvertito da attività ospedaliere in questo momento sospese e con personale qualificato rientrato dalla quiescenza».

Case di cura e assistenza

C'è preoccupazione per le case di cura: in provincia di Venezia sono stati effettuati tamponi agli ospiti e anche agli operatori, di cui si attendono gli esiti. Da quelli che già si conoscono sarebbero emersi tre anziani contagiati dal coronavirus. Per i segretari Ugo Agiollo, Daniele Giordano e Daniele Tronco, rispettivamente della Camera del Lavoro di Venezia, della Funzione Pubblica Cgil e del sindacanto dei pensionati Spi Cgil, «è necessario che il coordinamento delle residenze per anziani sia in capo alle Ulss, per evitare che ogni residenza per anziani faccia per sè». Al centro Nazareth, alla Rsa Fatebenefratelli di Mira e in quella di Fiesso d’Artico, sarebbero 25 gli operatori in isolamento fiduciario. Secondo i sindacati, «è necessario anche il coordinamento per reperire dispositivi di protezione ed evitare che vi siano Ipab che riescono ad averli, e altri ne restino sprovvisti. Il rischio che diventino un focolaio, come in altre province del Veneto, è dietro l’angolo - commentano i sindacalisti -. Una idea potrebbe essere la riorganizzazione come quella già operante negli ospedali che hanno individuato strutture Covid-dedicate per area territoriale». Questa scelta potrebbe avvenire per aree, spiegano. Ad esempio: Miranese, Riviera del Brenta, Venezia, Veneto Orientale e area di Chioggia e Cavarzere. Appello anche per l'assistenza domiciliare erogata dai Comuni: «Servono controlli quotidiani, dispositivi di protezione adeguati e una certificazione dello stato di salute delle famiglie».

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