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Cronaca Martellago / Via Circonvallazione

Stanno bene i 3 minorenni afghani soccorsi nel camion, erano partiti dal Kosovo

Si tratta di ragazzini di 16, 14 e circa 11 anni. Sono stati scoperti lunedì nel momento in cui è stato aperto il cassone del mezzo nel piazzale della Pometon di Maerne di Martellago

Per fortuna si trovavano in condizioni discrete, dopo un viaggio di centinaia di chilometri nascosti nel cassone del camion. Dal Kosovo fino a Maerne di Martellago. Questa la meta finale del loro viaggio della speranza: si tratta dei 3 giovanissimi di nazionalità afghana che sono saliti di soppiatto a bordo di un mezzo pesante partito dai territori dell'ex Jugoslavia per poi, lunedì, raggiungere l'Italia. Il camionista, risultato estraneo alla vicenda, aveva caricato del materiale da recapitare all'azienda Pometon, dopodiché, una volta aperto il cassone, si è scoperto che c'erano degli intrusi. 

Abili nel non dare mai alcun segno della loro presenza. Una volta che i 3 sono scesi dal mezzo pesante (avrebbero rispettivamente 16, 14 e circa 11 anni), sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione locale. Che si sono presi cura dei giovanissimi. Li hanno riscaldati e rifocillati, dopo un viaggio lunghissimo. Una volta portati in caserma sono stati identificati, grazie anche all'aiuto di un interprete. In questi casi la lingua costituisce una barriera non indifferente. Pochi gli elementi che i 3 sarebbero riusciti a fornire: il camionista non si sarebbe accorto di nulla e si è ricostruito nel dettaglio il suo itinerario. Visto che i giovanissimi sono stati giudicati in condizioni di salute accettabili, per loro sono scattate le procedure per essere accolti in strutture ad hoc. L'ultima parola in questo senso l'avrà il Tribunale dei minorenni. 

Episodi come questi non sono poi così rari. In più occasioni sono stati soccorsi giovanissimi profughi afghani nascosti nei cassoni dei camion sbarcati al porto di Fusina dopo essere partiti dalla Grecia, soprattutto da Igoumenitza. Anzi, spesso è proprio nei porti ellenici che i profughi riescono a eludere i controlli e a continuare il loro viaggio in condizioni difficilissime. Nei casi più tragici alcuni di loro sono morti durante il tragitto, per asfissia o per le temperature che soprattutto d'estate sono costretti a sopportare. In questo senso la morte di Zaher Rezai è diventata un simbolo: nel 2008 il ragazzino perse la vita dopo essere stato schiacciato dal camion sotto cui si era nascosto. A Mestre. 

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