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Cronaca

"La scuola sia aperta e inclusiva": ricomincia l'anno, Studenti Medi sul piede di guerra

Il coordinamento della Rete veneziana punta il dito contro "La mancata sicurezza degli istituti, l'assenza di finanziamenti per il diritto allo studio e le promesse non mantenute della politica"

Inizio d'anno scolastico non senza proteste nel Veneziano. La Rete degli Studenti Medi si è mobilitata facendo sentire la propria voce contro "La mancanza di sicurezza delle strutture, l'assenza di finanziamenti per il diritto allo studio e le promesse non mantenute della politica".

“Vogliamo fare luce sulle condizioni in cui gli studenti si trovano quotidianamente, rispetto alle quali la politica si dimostra sorda da troppi anni - scrive il coordinamento -.  Chi torna a scuola vive un pericolo concreto soprattutto alla luce di un anno tormentato da scosse di terremoto e calamità naturali. Il costo della scuola, anche per le famiglie in estrema difficoltà, supera i mille euro annui a studente, tra libri di testo, trasporti e corredo scolastico. Viviamo un paradosso per cui, con la giusta introduzione della no tax area e con il sistema di borse di studio universitarie, la scuola dell’obbligo puó costare a una famiglia molto più dell’università".

"RIPENSARE LA DIDATTICA E IL SISTEMA DI VALUTAZIONE"


“La scuola deve essere luogo di cultura e sapere aperto e inclusivo - dichiara Stefano Pravato, coordinatore della Rete degli Studenti Medi Venezia -. Chiediamo da anni un ripensamento della didattica e dei programmi, innovazione dal punto di vista della valutazione per superare il fine punitivo: in un momento in cui l’alternanza scuola lavoro, ormai obbligatoria da due anni per gli studenti evidenzia i suoi limiti, e le cui storture non sono certo più giustificabili dietro alla retorica della novità, ancora in attesa di uno statuto che sia garante del rispetto dei nostri diritti, vogliamo essere ascoltati e coinvolti in un complessivo ripensamento della scuola, dai metodi di didattica alternativa, come la stessa alternanza scuola lavoro, all’innalzamento dell’obbligo scolastico e la riforma dei cicli scolastici, al numero chiuso e all’accesso all’università.”

MOBILITAZIONE DAVANTI AGLI ISTITUTI

 Conclude Pravato: “Come studenti e come giovani viviamo una condizione di profonda incertezza rispetto al nostro futuro, la scuola superiore sembra essere ormai diventata l’ultima tappa di una giovinezza che termina con la certezza della precarietà, ma non ci accompagna e non ci guida, non ci stimola ma ci punisce. Ora  tocca a noi: vogliamo cambiare la scuola per cambiare il Paese”. Mobilitazione martedì davanti alle scuole Franchetti, Berna, Gritti, Stefanini, Tommaseo, Bruno, Barbarigo, Corner e Foscarini.

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