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Cronaca

Siccità, nelle falde manca la riserva d'acqua. Coldiretti: «Avanti con le opere idrauliche»

Nei campi la situazione è stazionaria perché finora è stata sufficiente l'umidità notturna, ma se non pioverà le coltivazioni soffriranno. Il carciofo di Sant'Erasmo è già a rischio

Finora l'umidità notturna ha "salvato" le campagne veneziane, nonostante la siccità, riuscendo a soddisfare le necessità delle piantine di frumento non ancora in fase di accestimento. Dopo oltre 50 giorni senza pioggia, però, gli agricoltori sono preoccupati: il problema, come spiega l'associazione Coldiretti, sta nella mancanza di riserva d’acqua. L’assenza quasi totale di precipitazioni da due mesi in pianura e la mancanza di neve in montagna fanno sì che i fiumi siano ai minimi storici - l’Adige, ad esempio, è in secca. Una situazione verificabile osservando il livello dell’acqua contenuto nei pozzi di molte aziende agricole.

«In questo periodo dell’anno l’acqua non è mai stata così bassa», dice Sebastiano Cassandro, presidente di Coldiretti Dolo, preoccupato in vista della semina in primavera. Della stessa opinione è Marco Liviero, di Cavarzere, che pensa alle difficoltà che si verificheranno a marzo in fase di semina del mais e delle piante di ortaggi. In laguna, a Sant’Erasmo la situazione è più complessa: «Le carciofaie sono già in sofferenza - spiega Carlo Finotello, presidente del Consorzio del carciofo violetto - a causa della mancanza di piogge la pianta perenne non emette nuove radici e, già provata dalla siccità della scorsa estate, rischia di essere poco produttiva. Se a breve non ci sarà un’inversione di tendenza climatica, di certo non avremo l’abbondanza di carciofi che abbiamo avuto negli ultimi due anni». Sull'isola si assiste al fenomeno della risalita del cuneo salino, che se da una parte contribuisce a dare sapidità agli ortaggi, conosciuti proprio per il loro sapore unico, dall'altra rischia di essere un problema, specie per i vigneti. Aggiunge Michele Borgo, presidente di Coldiretti Cavallino Treporti: «Le giornate soleggiate e ventose come quella di ieri peggiorano la situazione dei terreni, che richiederebbero già di essere irrigati, soluzione impraticabile anche per le temperature basse».

In questa situazione è importante il ruolo dei Consorzi di bonifica: «Stiamo facendo il possibile per cercare delle soluzioni a queste anomalie climatiche - afferma Paolo Ferraresso, presidente del Consorzio Bacchiglione - in primis è necessario un lavoro di sensibilizzazione per ridurre i consumi e gli sprechi d’acqua, in secondo luogo servono investimenti. Attualmente - prosegue - stiamo progettando due invasi nel territorio veneziano, uno a Dolo e l’altro nella zona tra Valli di Chioggia e Codevigo, nel ramo abbandonato del Novissimo del Brenta». Opere che servono a «garantire delle riserve d’acqua e superare le situazioni critiche, sia in termini della scarsità d’acqua per le coltivazioni, sia per incrementare la sicurezza idraulica quando si verificano forti piogge e alluvioni».

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