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Cronaca Fondamenta Santa Lucia

"Basta aggressioni in stazione, ci siano il Daspo e barriere di protezione agli accessi"

Mercoledì mattina dipendente Fs picchiato da un portabagagli abusivo a Santa Lucia. Piras (Filt Cgil): "A Termini barriere e accessi presidiati. Chi delinque stia lontano dagli scali"

Non si spegne l'eco dell'ennesima aggressione nella stazione di Venezia Santa Lucia. Secondo le Ferrovie dello Stato quella di mercoledì mattina, quando un dipendente dell'azienda addetto alla protezione aziendale è stato raggiunto da una testata e da alcuni calci da un portabagagli abusivo, sarebbe l'ottava vicenda simile da inizio anno. Una media preoccupante, che ha indotto i sindacati a chiedere l'ennesimo tavolo in prefettura. Per la sicurezza dei lavoratori ma anche per salvaguardare la competitività delle società che operano legittimamente nello scalo ferroviario lagunare con funzione di trasporto bagagli.

L'opzione che viene messa sul tavolo da Alessandro Piras, della Filt Cgil, è quella di "copiare" qualche contromisura già adottata nei grandi scali nazionali, come Milano o Roma Termini: "Dove sono state posizionate le barriere di protezione - spiega - i casi di aggressione sono diminuiti". A Termini, nella Capitale, si transita solo attraverso dei varchi obbligati (e presidiati) per raggiungere l'area dei binari. In questo modo si evita la presenza di portabagagli abusivi e malintenzionati tra i binari. Anche se l'ordine pubblico nelle altre zone della stazione romana è tutta un'altra storia. Fatto sta che con queste barriere per i portabagagli a Venezia o a Mestre sarebbe tutto più difficile, visto che si presentano puntuali all'arrivo dei convogli per far scendere i passeggeri.

"Un'altra misura per salvaguardare i nostri colleghi - continua Piras - è quella di una sorta di Daspo. Ossia di un divieto ad avvicinarsi alla stazione da parte di individui che sono conosciuti benissimo dalle forze dell'ordine". Se le indagini per l'aggressione di mercoledì mattina sono ancora in corso (ma il "colpevole" ha già un nome e un cognome), la Filt Cgil chiederà un tavolo in prefettura: "I casi di questo tipo sono in aumento - conclude Piras - abbiamo chiesto l'intervento del datore di lavoro, ma anche di Ca' Corner. Un dipendente delle Ferrovie dello Stato è un pubblico  ufficiale, ma non ha compiti di ordine pubblico. Crediamo che alcune pratiche, se fossero applicate anche qui, costituirebbero un deterrente efficace".
 

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