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Cronaca Portogruaro / Cesarolo

Nell'incubo tra lettere e sms, la stalker era la sua migliore amica

Una 35enne di Cesarolo mai avrebbe pensato che il mittente era una 30enne innamorata di lei. Che diceva di ricevere gli stessi messaggi

CESAROLO - Messaggi, lettere e diverse ricariche telefoniche. Non ci dormiva più la notte. Chi era quella persona che di punto in bianco ha deciso di renderle la vita un inferno? Le missive non erano firmate e nemmeno i messaggini. Il numero di telefono del mittente evidentemente era sconosciuto. L'ansia l'aveva attanagliata sempre più nel momento in cui aveva scoperto che anche la sua migliore amica riceveva lo stesso tipo di trattamento. Due donne nel mirino, che cercavano di farsi forza l'una con l'altra.

La vittima, R.A., 35enne di Cesarolo, ha quindi raggiunto gli uffici della polizia ferroviaria di Portogruaro, diretta dall'ispettore Mario Augello. Scattano le indagini, con l'aiuto del nucleo di polizia giudiziaria della polizia locale di San Michele al Tagliamento, agli ordini del dirigente Andrea Gallo. La sventurata aveva raccontato l'incubo in cui era suo malgrado finita, sottolineando anche come la sua amica compaesana di 30 anni ricevesse messaggi del tutto simili.

Alcuni dettagli contenuti negli sms e nelle missive lasciavano intendere che il colpevole fosse da ricercare nell'ambiente di lavoro della 35enne. Dopo una serie di indagini in tutti i rivenditori di ricariche telefoniche di Bibione, gli investigatori sono riusciti ad individuare alcuni tra gli esercizi dove venivano disposte le ricariche telefoniche. L’autore, pedinato in varie occasioni, alla fine è stato colto in flagrante.

La scoperta è stata clamorosa. Quasi da film: la stalker era proprio la migliore amica della donna, F.D., che fingeva di ricevere pure lei lettere e messaggi. Agli investigatori ha spiegato che all’origine di tutto c'era un amore non corrisposto da parte della 35enne, che mai si era accorta di questo particolare tipo di sentimenti dell'amica. “Ringrazio la polfer e la polizia locale – ha scritto la vittima in una lettera – che hanno messo fine a quello che da oltre un anno era diventato un vero incubo”.

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