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Cronaca

Gli effetti collaterali del vaccino mettono in difficoltà le materne: sintomi per il 20% delle insegnanti

Sabato 20 febbraio c'è stata la prima giornata di vaccini dedicati alle operatrici delle paritarie Fism. Tra lunedì e martedì molte sono rimaste a casa dal lavoro, alcune scuole hanno chiuso totalmente o parzialmente

Le scuole materne paritarie stanno riscontrando dei problemi organizzativi in seguito all'avvio della campagna vaccinale anti Covid al personale scolastico, a cui viene somministrato il vaccino AstraZeneca. Dopo il primo "turno", sabato 20 febbraio, molte insegnanti hanno infatti accusato effetti collaterali, tra cui febbre e forti dolori alle ossa e alle articolazioni (possibilità, ovviamente, indicata nelle avvertenze), per cui nei primi giorni della settimana sono state costrette a restare a casa per malattia. Sembra, infatti, che il vaccino AstraZeneca stia portando a effetti indesiderati più spesso di quanto avvenga con Pfizer e Moderna.

In alcune scuole dell'infanzia e nidi veneziani l'incidenza di questo tipo di malesseri è risultata piuttosto alta: tre insegnanti su sette di una scuola della Riviera del Brenta, ad esempio, sono rimaste a casa dal lavoro lunedì. Complessivamente, almeno stando ai primi dati, la percentuale non è allarmante ma è comunque superiore a quanto indicato dal bugiardino: su 267 operatrici delle scuole dell'infanzia e nidi della Fism (federazione scuole dell'infanzia) vaccinate il 20 febbraio nell'area dell'Ulss 3, circa il 20% ha manifestato sintomi nell'arco delle 24/48 ore seguenti (malessere, febbre, spossatezza, dolori articolari e/o muscolari). Questo ha comportato l'assenza delle educatrici dal lavoro e quindi alcune chiusure: due scuole chiuse per l'intera giornata di lunedì, altre due per mezza giornata e altre ancora hanno chiuso una o due sezioni. Un disagio per le famiglie, anche se la Fism aveva preallertato i genitori.

«Abbiamo aderito volentieri alle vaccinazioni, e ne siamo tuttora convinte - spiega una delle insegnanti malate - ma non ci aspettavamo che gli effetti collaterali colpissero così tante di noi». Secondo la maestra, e secondo altri colleghi, «avrebbero potuto avvisare che per evitare disagi alle famiglie dividessimo il personale, visto che comunque le date per fare il vaccino sono due, il 20 e 27 febbraio». La proposta, quindi, in vista della prosecuzione della campagna nelle scuole comunali e statali, è pianificare una distribuzione più equa dei destinatari tra gli slot disponibili. Finora, con il primo slot di sabato 20, ha aderito circa il 50% delle insegnanti Fism.

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, fa presente il presidente di Fism Venezia Stefano Cecchin, «non avevamo delle indicazioni puntuali, dato che finora si era somministrato vaccino Pfizer e agli anziani. Le operatrici sono mediamente giovani e quindi la risposta del loro sistema immunitario è sicuramente diversa rispetto agli anziani. Era stato detto dai sanitari, durante l'anamnesi che ha preceduto la vaccinazione, che potevano esserci nell'arco di 24/48 ore delle manifestazioni del corpo che avrebbe reagito producendo gli anticorpi».

Il calendario dell'Ulss 3 prevede di continuare la campagna di vaccini AstraZeneca destinati a personale scolastico docente e non docente nelle prossime settimane: a partire dal 25 febbraio tocca al personale degli asili nido e delle scuole dell’infanzia comunali, su prenotazione; dall'1 marzo invece al personale degli istituti statali, ovvero scuole medie e superiori, sempre su prenotazione. Entro metà marzo, secondo le previsioni dell'azienda sanitaria, il comparto scuola dovrebbe essere concluso. Nel frattempo toccherà anche alle forze dell'ordine.

La Cgil ha criticato la gestione di questa fase delle vaccinazioni: «L'amministrazione si sta comportando in modo inadeguato - dice Daniele Giordano, segretario Fp Cgil -. Il personale è stato informato di potersi prenotare dal sito dell’Ulss 3 Serenissima» ma «nessuna nota informativa sulle modalità, semplicemente l’indicazione del link. Nessuna indicazione del Comune su come coniugare questa scelta con l’organizzazione dei servizi. Risulta che siano disponibili solo le giornate del 25 e 26 febbraio in orari pomeridiani che coincidono anche con l’apertura dei servizi». Per la Cgil, invece, gli uffici comunali avrebbero dovuto «raccogliere le adesioni e calendarizzare le vaccinazioni sulla base degli orari di servizio, valutando anche il possibile impatto sui servizi».

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