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Economia

Mare, porti e traffici marittimi, deleghe alla presidente del Consiglio Meloni

Per il coordinamento, l'indirizzo e la promozione delle azioni. Affidato a un Comitato interministeriale la pianificazione. Santi (Federagenti): «Dal governo una rivoluzione epocale per il Paese»

«Sul mare il governo lancia una rivoluzione epocale per il Paese». Lo dice il veneziano Alessandro Santi, presidente della Federazione italiana agenti e raccomandatari marittimi (Federagenti), dopo che nel recente Consiglio dei ministri la presidente Giorgia Meloni ha assunto in prima persona le deleghe relative alle azioni sul mare assegnando a un Comitato interministeriale la pianificazione strategica e il coordinamento. 

«Circa un anno fa - dice Santi - quando dalla nostra assemblea annuale avevamo lanciato l’idea di un “gabinetto di guerra”, allora in tempo di pace, che avesse i poteri di coordinare le tematiche strategiche relative al mare, e quindi ai porti e ai traffici marittimi, avevamo incassato anche qualche critica per la franchezza e la concretezza con cui avevamo affrontato, di petto, il problema della diaspora di competenze sul mare fra ben otto ministeri diversi. Ora i fatti e la prima mossa concreta del nuovo governo ci stanno dando ragione».

Grande l'apprezzamento del presidente Federagenti. «Avevamo chiesto che la delega al coordinamento fosse assunta genericamente in seno alla presidenza del Consiglio e superasse la solita proliferazione dei tavoli tematici. I fatti ci dicono che si è tecnicamente ottenuto quanto era insperabile: è il capo del governo ora ad avere le deleghe e auspichiamo una soluzione rapida ed efficace di possibili conflitti di competenze fra i vari ministeri sulle singole tematiche, specie quelle emergenziali». Secondo la Federazione degli agenti marittimi quella varata dal governo è una rivoluzione sostanziale, ma anche culturale. «Per la prima volta dopo decenni il Paese prende coscienza del fatto che dal mare non solo dipende una percentuale consistente del suo Pil, ma discende anche ogni competitività del suo tessuto economico in un momento in cui il Mediterraneo torna a essere centrale e in cui le tante guerre, da quella drammatica in Ucraina, a quelle per l'energia e le materie prime, con il conseguente riassetto globale della produzione e dell’interscambio mondiale, generano allarme ma anche opportunità uniche per il nostro Paese».

«L’utilizzo consapevole e sostenibile del mare - per Alessandro Santi - è l’unica maniera di garantire la sopravvivenza dei popoli e delle democrazie come le intendiamo: oggi lo capiamo bene, senza le navi e porti idonei, i corridoi umanitari del grano si fermano e milioni di persone si trovano in situazione di assoluta carestia. Non è quindi più accettabile continuare a voltare le spalle al mare, incentivare la chiusura dei porti paralizzandoli con politiche del "No" a prescindere, e assistere passivamente al dirottamento dei traffici e delle merci verso altre nazioni».

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