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Economia Marghera

Eni, pronti 4 miliardi in 4 anni: "Biocarburanti e chimica verde, saremo all'avanguardia"

Visita del premier Gentiloni alla bioraffineria. Marcegaglia: "Qui la prima riconversione al mondo". Descalzi: "Abbiamo scelto lavoro e ambiente, guardiamo ad un futuro low carbon"

L'eccellenza industriale italiana è qui: non solo il passato, ma soprattutto il futuro di Porto Marghera. Lo dimostrano le cifre: 4 miliardi di euro sul piatto che Eni ha intenzione di investire nei prossimi 4 anni per la riconversione industriale. Il primo caso al mondo - è stato detto martedì alla presenza del premier Paolo Gentiloni - di riconversione da raffineria tradizionale in raffineria dedicata alla produzione di biocarburanti innovativi.

Investimenti nella chimica green

A fare gli onori di casa ci sono la presidentessa di Eni, Emma Marcegaglia, e l'amministratore delegato, Claudio Descalzi. Che spiegano: la conversione, condotta negli impianti di Venezia e in corso di implementazione a Gela, è un tassello di un grande processo di transformazione in chiave low carbon. E poi la produzione di green diesel, che raggiungerà 1 milione di tonnellate all'anno nel 2020, con un investimento di 500 milioni di euro. "Un impegno storico". Per i prossimi 4 anni previsto in totale un rilancio di 21 miliardi, di cui 4 per la riconversione industriale. In tutti i settori: dall'upstream alla chimica, dalla generazione di energia elettrica alle bonifiche.

"Primi al mondo"

Spiega Marcegaglia: "La visita del presidente Gentiloni avviene in un momento particolare per l'economia, con una ripresa a livello mondiale, una crescita del Pil in Italia dell'1,5% e una riduzione del gap rispetto alla media europea. La nostra industria sta reagendo, anche grazie agli incentivi messi a disposizione dal governo. L'industria è di fronte a sfide come la decarbonizzazione e la transizione energetica: qui c'è l'esempio migliore, dimostriamo che si può fare industria rispettando l'ambiente. Eni è all'avanguardia in questo processo: è stata la prima al mondo a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria, e siamo tuttora i primi al mondo".

Verso il riutilizzo degli oli esausti

Descalzi conferma che la presenza del primo ministro suggella un'occasione speciale, "dopo le decisioni prese in questi anni, quando potevamo essere indotti a chiudere le raffinerie come questa". "Invece abbiamo fatto una scelta diversa - dice - legata alla sicurezza sul lavoro, all'ambiente. Venezia ci ha aiutato a sviluppare quest'idea, grazie al personale. Sono tecnologie cento per cento Eni che stiamo vendendo nel mondo. Questo stabilimento utilizza 350mila tonnellate all'anno di olio di palma, ma ora stiamo cambiando: possiamo utilizzare oli fritti ed esausti, grassi animali e residui vegetali e biomasse. Una carica di seconda generazione, che è quella dell'economia circolare, in cui nulla si butta".

Dal 2009 al 2016 Eni ha investito 1,5 miliardi di euro in ricerca, sviluppando oltre 300 tecnologie proprietarie e oltre 6mila brevetti. In particolare ha fatto leva su una tecnologia proprietaria per la produzione di biocarburanti denominata Ecofining. È nato così il green-diesel, che può essere additivato senza limiti nei gasoli tradizionali e che consente di ridurre le emissioni di CO2 del 7% e del particolato fino al 40%.

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