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Economia

I bonus per l'edilizia decollano, le imprese chiedono di prorogarli

Appello di Cna sia in merito al bonus 110%, sia al bonus facciate: «Fermare gli incentivi adesso avrebbe conseguenze gravi»

Dopo una partenza zoppicante, le difficoltà interpretative e burocratiche legate al superbonus 110% sono state in parte superate. Ora però si presentano altri problemi, ovvero la scadenza troppo vicina (2022), l’aumento dei prezzi e la penuria di materiali. Lo riferisce la Cna Edili di Venezia tramite il segretario metropolitano Loris Pancino: «La crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime, che scarseggiano per evidenti disegni speculativi, sta mettendo in seria difficoltà le imprese del comparto, in particolare quelle che avevano già chiuso i contratti e che ora rischiano di non riuscire ad approvvigionarsi e a mantenere accettabili margini di guadagno».

E un grosso handicap, come detto, rischia di essere rappresentato anche dai tempi stretti. «Per quanto riguarda gli immobili singoli - spiega Pancino - il limite temporale anticipato a giugno 2022 ha già di fatto messo fine ad ogni nuovo interessamento, con imprese e tecnici che hanno sostanzialmente chiuso le prenotazioni. Ancora peggio va per i condomini, dove la complessità delle migliorie che si dovrebbero mettere in cantiere in molti casi ha già fatto rinunciare all’opportunità». Questo, fa notare Pancino, «significa far venir meno una delle finalità principali della misura: il rinnovamento del parco immobiliare in un’ottica di sostenibilità ambientale e risparmio energetico». Dalle pmi artigiane dell'edilizia, dunque, un nuovo appello al prorogare il bonus fino a fine 2023.

Altro bonus significativo in questi ultimi mesi è stato il bonus facciate che, secondo Cna Veneto, ha avuto una grande risposta soprattutto nelle città d'arte, Venezia in primis: questo perché si tratta di un incentivo che può essere impiegato anche per il rifacimento di facciate sottoposte a vincolo, restituendo non solo l’aspetto estetico e storico-monumentale, ma anche il consolidamento di edifici antichi e delicati. Anche qui, però, le imprese chiedono una proroga al provvedimento, la cui scadenza è programmata per fine 2021. «Le conseguenze potrebbero essere  gravi - spiega Francesco Grimaldi, presidente Cna restauratori Veneto - in primis il mercato certamente sospenderà le richieste e le imprese, che in questi mesi hanno assunto manodopera specializzata, si troveranno con assunzioni in esubero e conseguenti futuri licenziamenti. Il reddito presenterà problematiche fiscali nell’anno a seguire con forte contraccolpo sul fatturato. E ancora, la richiesta di lavoro concentrata di fatto negli ultimi cinque mesi ha fatto lievitare in modo esponenziali i materiali e le forniture. In ultima, le scadenze contrattuali rischiano di far accelerare il lavoro a scapito della sicurezza. Per questo - conclude - riteniamo vitale presentare con urgenza una richiesta di proroga agli enti competenti».

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