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Economia

Veneto "isola felice", ma le grandi imprese si finanziano ritardando i pagamenti ai piccoli fornitori

La Cgia di Mestre: «Storicamente è sempre stato così, e il fenomeno si è puntualmente ripresentato nei primi tre mesi del 2023»

Sebbene il Veneto rimanga un’isola felice - grazie al fatto che nella nostra regione abbiamo poche grandi imprese e tantissime piccole e micro - nelle transazioni commerciali tra aziende private tornano ad allungarsi i tempi di pagamento dei big nei confronti dei propri fornitori. Storicamente è sempre stato così, spiegano dalla Cgia di Mestre, e il fenomeno si è puntualmente ripresentato nei primi tre mesi del 2023: con la frenata del Pil i ritardi sono tornati ad aumentare.

Oggi nel nostro Paese il saldo avviene dopo 69 giorni dall’emissione della fattura; in Veneto, invece, la soglia è più bassa di 3 giorni. In linea di massima, questa è una cattiva abitudine tipicamente italiana che consolida l’abuso di posizione dominante delle aziende imprenditoriali più grandi a danno di quelle più piccole. Non solo. L’aspetto più subdolo, comunque, sta nel fatto che lo slittamento spesso intenzionale del saldo fattura consente ai committenti di finanziarsi a costo zero, facendo scivolare i creditori, spesso di piccola dimensione, verso l’insolvenza.

Il differimento dei pagamenti, oltre a rappresentare una modalità molto diffusa, rischia di pesare negativamente sulla liquidità delle imprese, fino a compromettere la competitività e la redditività, quando per esempio il creditore deve ricorrere a un finanziamento esterno. E con il probabile nuovo aumento dei tassi di interesse che la Banca centrale europea ha annunciato nei giorni scorsi, molto probabilmente la situazione è destinata a peggiorare.

Poco virtuosi in Unione europea

In Italia, secondo i dati raccolti da Cribis Itrade, nel quarto trimestre 2022 la percentuale di pagamenti avvenuta entro i tempi previsti dal contratto commerciale tra committenti e fornitori si è attestata al 40,9 per cento. In altre parole, ciò vuol dire che solo in 4 transazioni su 10 la scadenza di pagamento è stata rispettata. Tra i 26 Paesi dell’area europea monitorati, nella classifica dei più virtuosi l’Italia si è “piazzata” al 20° posto. Peggio di noi solo Serbia, Irlanda, Grecia, Portogallo, Bulgaria e Romania. Sebbene la performance dell’Italia rispetto al 2019 (anno pre Covid) sia migliorata, il gap nei confronti dei nostri principali partner commerciali resta elevato. L’anno scorso, infatti, la percentuale di pagamenti nei tempi previsti era pari a 46 in Spagna, a 48 in Francia, a 63 in Germania e addirittura a 75 in Olanda.

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