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Dati 2023

Al porto di Venezia il traffico merci cala del 6,7%

L'Autorità portuale fa il bilancio dell'attività del 2023. La maggiore contrazione riguarda le merci liquide

Nel corso del 2023 il porto di Venezia ha registrato un calo del 6,7% nelle movimentazioni delle merci, che si sono assestate sui 23 milioni di tonnellate. La contrazione è determinata dalla propensione all'export dello scalo lagunare, capitolo che ha risentito di fattori economici e finanziari esterni: i traffici marittimo-portuali, in particolare, sono stati frenati dalla stagnazione della produzione industriale e manifatturiera e dalla riduzione dei prestiti alle imprese. Guardando nel dettaglio, c'è una tenuta della categoria merci varie (+0,8%), ma un sensibile calo delle rinfuse solide (-4,4%) e liquide (-18%). Buone performance, invece, per quanto riguarda i collegamenti Ro/Ro (+12,2%) e passeggeri (+110%).

I dati sono stati presentati dal presidente dell'Autorità portuale, Fulvio Lino Di Blasio, nel corso del punto stampa di fine anno. I numeri «sono tiepidi - ha commentato -. Come in tutti i porti italiani assistiamo a una riduzione dei traffici dovuta in parte al rallentamento della produzione, in parte alla riduzione dei crediti, di conseguenza ad una minore richiesta di materie prime». Il rallentamento della produzione in Germania, in particolare, «ha contribuito a rallentare il movimento di materiali ferrosi». È una tendenza che va monitorata, ma «quello che ci preoccupa maggiormente è ciò che sta succedendo proprio in queste ore nel Canale di Suez, dove si registrano problemi connessi al transito delle navi perché sono in corso dei moti rivoluzionari». Il risultato è che molte navi, per evitare di passare in quel tratto, devono prendere la rotta più lunga e costosa del Capo di Buona Speranza, aggiungendo potenzialmente circa 10 giorni al viaggio.

Il calo più serio nei traffici del porto di Venezia riguarda le rinfuse liquide (-18%), che, secondo Di Blasio, «sono diminuite per l'evoluzione del modello di business del Petrolchimico: non importiamo più petrolio, non c'è più raffinazione. Inoltre va considerata l'evoluzione del modello energetico del porto, che sta diventando hub energetico, quindi un luogo dove sempre più si lavora per realizzare forme di produzione di energia da fonti rinnovabili, carburanti alternativi, fotovoltaico e idrogeno».

Nell'incontro si è parlato anche del porto di Chioggia, che invece ha segnato una tendenza all'assestamento dopo i risultati negativi registrati nel corso del 2022: qui si registrano movimentazioni per 739mila tonnellate. «È un porto in grande difficoltà - ha precisato il presidente - su cui stiamo facendo opere di rinforzo nei dragaggi e di attrazione di investimenti». Il comparto crocieristico è la nota positiva del 2023, con il transito a Chioggia di 52mila passeggeri, in crescita del 220% rispetto all'anno precedente. Il porto clodiense ha iniziato negli ultimi anni ad accogliere alcune tipologie di navi da crociera, quelle più piccole, nell'ottica di una maggiore distribuzione dei flussi turistici nell'ambito lagunare.

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