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Economia

Turismo, indietro di 25 anni. Meno 60% gli arrivi e -53,8% le presenze

L'analisi di Confapi. «A Venezia persi 8,8 milioni (-71,7%) di visitatori nel 2020. Servono certezze e iniziative per ripartire»

«Dopo un 2019 da record, con oltre 20 milioni di arrivi e oltre 71 milioni di presenze, nello scorso anno sono andati persi in Regione il 60% degli arrivi e il 53,8% delle presenze». A dirlo è Confapi Venezia (Confederazione italiana della piccola e media industria). «La pandemia da Covid-19 ha arrestato i flussi turistici facendo registrare dati che ci portano indietro alla metà degli anni ’90».

I dati

Il periodo gennaio-novembre 2020 per Confapi si è chiuso con perdite elevate dei pernottamenti. Ciò è dovuto soprattutto alla forte riduzione di visitatori stranieri, impossibilitati a raggiungere il nostro territorio, che per il Veneto nel 2019 rappresentavano il 65,3% dei visitatori. «Nello stesso periodo le presenze internazionali si sono contratte del 67,9%, con la Germania che si conferma la principale provenienza estera. Le presenze degli italiani sono calate del 23,5%, nonostante i segni positivi estivi: agosto +8,6% e settembre +0,5%, complici le buone condizioni metereologiche.
Le strutture extralberghiere nel periodo gennaio-novembre hanno avuto delle perdite importanti (-48,7% delle presenze), ma meno rilevanti di quelle subìte dal comparto alberghiero (-59,8%)», afferma la confederazione. 

Montagna

La stagione balneare si è conclusa con flussi turistici «molto inferiori a quelli cui siamo stati abituati, stimabili in 11 milioni di presenze in meno, cioè il -45,8%. I pernottamenti sul lago di Garda si sono dimezzati (-56,3%), 7 milioni in meno. Il turismo in montagna aveva avuto un buon avvio del 2020 prima della pandemia e perdite lievi in estate, all’insegna del distanziamento, ma la contrazione dei flussi è comunque pesante e pari a -20,1%, inoltre l’impatto della chiusura degli impianti di risalita durante le scorse festività natalizie sarà evidente a breve, quando vedremo l’andamento della stagione invernale in corso, mai decollata, con un periodo dicembre-febbraio che solitamente avrebbe ricevuto il 27% dei pernottamenti».

Città d'arte

Le città d’arte, scrive Confapi, e le località termali appaiono le più colpite con una perdita delle presenze turistiche addirittura superiore al 60%: nel corso dell’anno, fino a novembre, le città d’arte hanno registrato 15,6 milioni di presenze in meno. La sola città di Venezia ne ha perse 8,8 milioni (-71,7%); alle terme risultano 2 milioni di mancati accessi, cifra molto importante per questa tipologia di destinazione (-65,2%). Confapi sta promuovendo per i prossimi mesi un programma articolato di itinerari didattico-formativi per “Over 50” alla scoperta delle tradizioni storiche, culturali ed enogastronomiche del territorio veneto.

Il progetto

"In Viaggio” è il nome del nuovo progetto, che ha trovato la collaborazione dei Comuni di Jesolo, Venezia, Oderzo, Valdobbiadene e Selva di Cadore, mete dei tour che mirano a promuovere visite di prossimità, aprendo le porte a siti d’interesse culturale e naturalistico, sfruttando le giornate infrasettimanali e prolungando la stagionalità. «Il settore del turismo, così importante e strategico per il nostro territorio, è stato sicuramente tra i più colpiti dal Covid-19 - commenta il presidente di Confapi Jesolo, Roberto Dal Cin - tuttavia il dato dei mesi centrali estivi, con i nuovi turisti italiani registrati, per lo più pendolari, credo possa esser un pinto di partenza anche per la stagione alle porte. L’impossibilità di viaggiare, il desiderio di riscoprire i luoghi di prossimità e il meteo favorevole hanno permesso di avvicinare nuova clientela, che dovrà essere fidelizzata e incentivata a tornare con il contributo di tutti». Quanto al prossimo futuro, conclude Dal Cin: «ci attendiamo dal governo, e dal neo ministro al Turismo Massimo Garavaglia, delle certezze, pur nelle difficoltà del periodo e i vincoli della campagna vaccinale in corso. Gli operatori son pronti a fare la propria parte».
 

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