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Lunedì, 29 Aprile 2024
Economia

Calano i prestiti alle piccole imprese: a Venezia -11,3%

La Cgia parla di "credit crunch", una stretta creditizia da parte delle banche che mette in difficoltà soprattutto le realtà imprenditoriali minori

In un anno gli impieghi bancari vivi (finanziamenti e mutui) alle piccole imprese sono diminuiti dell'11,3% in provincia di Venezia e del 10,2% nel Veneto. In termini assoluti la contrazione è stata di 237,7 milioni di euro nell'area lagunare e di 1,3 miliardi nell'intera regione. A riepilogare i dati è l'associazione Cgia, che ha preso in considerazione le imprese con meno di 20 addetti (ovvero il 98% delle aziende totali presenti in Veneto) nel periodo agosto 2022 - agosto 2023.

Le cause del fenomeno, spiega l'associazione, sono tre: l’aumento dei tassi di interesse imposto dalla Bce, che in questo ultimo anno ha reso poco conveniente indebitarsi; la frenata del Pil, che ha provocato una flessione della domanda di prestiti; la riduzione della liquidità a disposizione delle banche, sia perché devono restituire alla Bce i fondi Tltro (altri 174 miliardi di euro entro settembre 2024), sia perché la raccolta è diminuita. La combinazione di questi trend ha spinto molte banche a “sacrificare” il credito più complicato: quello da erogare alle piccolissime imprese che, tendenzialmente, presenta costi di istruttoria relativamente più elevati e una gestione amministrativa molto complicata.

Senza liquidità un'impresa, soprattutto piccola, non può fare investimenti, spesso è costretta a ritardare i pagamenti ai fornitori e nei casi più critici inizia a non versare con regolarità gli stipendi ai propri dipendenti. Per evitare che tutto questo provochi una chiusura definitiva dell’attività o, peggio ancora, che i titolari si rivolgano a reti criminali usuraie, secondo Cgia «è necessario che il governo intervenga subito, rifinanziando il fondo di garanzia per le Pmi che era stato potenziato nel periodo del Covid. Grazie a questo paracadute - prosegue l'associazione - molti istituti di credito si troverebbero nelle condizioni di prestare i soldi senza correre il rischio di veder aumentare le insolvenze. Ricordiamo che tra il marzo 2020 e il giugno 2022, per sostenere le imprese colpite dall’emergenza pandemica il Fondo di garanzia ha garantito a livello nazionale oltre 256,8 miliardi di euro di prestiti».

Tra le aziende con meno di 20 addetti, nell’ultimo anno (agosto 2023 sullo stesso mese del 2022), la riduzione del credito in Veneto è stata pari a 1,3 miliardi di euro (-10,2 per cento). Attualmente, l’ammontare complessivo dei prestiti bancari concessi alle piccolissime imprese della nostra regione è di 11,4 miliardi di euro. La contrazione regionale più importante ha comunque riguardato le Marche (-11,1 per cento pari a un valore assoluto di -421 milioni di euro). Seguono, come già detto,  il Veneto (-10,2 per cento pari a -1,3 miliardi di euro), il Friuli Venezia Giulia (-10,1 per cento che corrisponde a -265 milioni di euro) e la Lombardia (sempre -10,1 per cento pari a -2,3 miliardi di euro). Le situazioni meno “critiche” si sono verificate in Sardegna (-6,7 per cento pari a -178 milioni di euro), in Trentino Alto Adige (-6,4 per cento pari a -515 milioni di euro) e, in particolar modo, nel Lazio (-6,3 per cento pari a -481 milioni di euro).

A livello provinciale, la flessione più importante ha interessato le piccole imprese della provincia di Padova che, in un anno, hanno subito un taglio degli impieghi bancari vivi dell’11,6 per cento (- 298,5 milioni di euro). Seguono la città metropolitana di Venezia con il -11,3 per cento (-237,7 milioni di euro) e Rovigo con il -10,7 per cento (-74,2 milioni di euro). Più contenuta la stretta verificatasi a Vicenza e Treviso (entrambe con -10,3 per cento).  In termini assoluti, però, la prima ha subito una decurtazione dei prestiti pari a 161,9 milioni di euro, la seconda ben 239,6 milioni. Segue Belluno, con il -8,7 per cento (-41,6 milioni di euro) e, infine, Verona con il -8,3 per cento (-247,5 milioni di euro).

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