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Duemila lavoratori sfruttati e l'esposto Fiom Cgil. Pd: «Il Comune si costituisca parte civile»

Le reazioni all'indomani dei risultati delle indagini della guardia di Finanza di Venezia che nell'ambito dell'inchiesta ancora in corso sugli appalti Fincantieri ha scoperto le irregolarità delle posizioni lavorative

«Certe notizie dovrebbero farci sobbalzare sulla sedia e far digrignare i denti dalla rabbia. La Finanza di Venezia ha scoperto duemila lavoratori, per lo più bengalesi e dell'Europa dell'est, retribuiti con paghe da fame e spesso privati dei più elementari diritti. Duemila persone sfruttate e umiliate da un vero e proprio meschino ricatto, perpetrato ai danni di chi, già in grande disagio e privazione, accetta qualsiasi capestro pur di sopravvivere».

La segretaria del Partito Democratico e consigliera comunale, Monica Sambo, interviene il giorno dopo la notizia della scoperta delle irregolarità, da parte del Nucleo economico-finanziario delle Fiamme gialle, nell'ambito dei processi ancora in corso a carico di una ventina di appalti della Fincantieri. «Il Comune si costituisca parte civile in sede giudiziale (così come è stato richiesto anche a livello regionale dal Partito Democratico al presidente Luca Zaia) - continua Sambo - a difesa della dignità e del rispetto delle persone che governano. Apprendiamo che l’esposto presentato dalle organizzazioni sindacali nel 2018 era stato inviato per conoscenza anche al sindaco Luigi Brugnaro, per questo depositeremo a breve una interrogazione in Consiglio comunale per affrontare un tema di tale gravità».

«L'inchiesta della Procura, lavoro della Guardia di Finanza, l'attenzione della Cgil e degli altri sindacati sulle condizioni di lavoro negli appalti e subappalti di Fincantieri a Venezia rivelano una verità purtroppo ricorrente. Ci sono aziende che non si fanno alcuno scrupolo quando devono aumentare i propri profitti, a costo di compromettere diritti e tutele. Succede vicino casa nostra, con forme e metodi dal sapore ottocentesco, ma per nulla passati di moda - commenta Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico - Le pratiche di sfruttamento sono consolidate: dieci ore di lavoro al giorno, 7 giorni su 7, paga oraria "globale", non applicazione delle tutele e dei diritti, evasione fiscale. Il risultato è sempre lo stesso: le aziende si arricchiscono a scapito del tempo e dei diritti del lavoratore».

Sulla questione anche il segretario regionale di Articolo Uno, Gabriele Scaramuzza. «Il quadro che emerge da 5 anni di indagini della guardia di Finanza sulla situazione dei lavoratori in subappalto della Fincantieri conferma la denuncia che ne fece già nel 2018 il sindacato, a partire dalla Fiom. Purtroppo la destra al governo ha licenziato poche ore fa il nuovo Codice degli appalti, che pare orientato in tutt’altra direzione, verso l’ulteriore deregolamentazione del lavoro, l’abbassamento delle tutele, oltreché il pericolo di nuove infiltrazioni. Una scelta cui opporsi e da combattere, perché la “paga globale” non diventi regola».

Dall'esposto dei sindacati sono trascorsi 5 anni. «Da anni evidenziamo - ricordano Antonio Silvestri, segretario generale Fiom Veneto, Michele Valentini, segretario generale Fiom Venezia e Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia - come le condizioni di lavoro negli appalti e sub appalti di Fincantieri presentino irregolarità, nel silenzio generale delle istituzioni locali. Nel 2018 inviammo copia del nostro esposto alla Procura e anche al sindaco di Venezia e al presidente della Regione. Ci aspettavamo una presa di posizione e l’apertura di un confronto da parte di Zaia e Brugnaro ma non è avvenuto. Ci pare che la Regione Veneto con grave ritardo si stia accorgendo di quello che accade da anni, della grave situazione dei lavoratori degli appalti con possibili connessioni con la criminalità organizzata. Come sempre, a pagare le conseguenze della gestione scorretta, sono i lavoratori e le lavoratrici a condizioni di precarietà e ricattabilità. Da tempo denunciamo come gli appalti vengono “proposti” con offerte troppo basse per essere compatibili con il rispetto dei contratti nazionali a cui dovrebbero afferire i lavoratori. Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di lavoratori degli appalti e subappalti del sistema Fincantieri e dobbiamo sottolineare come in questi anni al di là dei proclami poco o nulla sia cambiato».

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