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Economia

«Si vive di rendita, non di lavoro». L'indagine Cgil. «Venezia in controtendenza rispetto al Veneto»

Giordano: «Si discute sui soldi mancanti della Zls per attirare investimenti e occupazione e a Roma omaggiano il conte Mascetti parlando di burocrazia, quando tutti sappiamo che il problema sono le risorse»

«Nel nostro territorio si vive non di lavoro ma di rendita». L'indagine della Cgil di Venezia con i dati Istat sull'occupazione 2023, parla di «totale assenza di gestione del mercato del lavoro nell’area metropolitana che sta trasformando il territorio nel più povero del Veneto». L'impatto del Covid, spiega il segretario generale del sindacato, Daniele Giordano, in relazione a un'economia orientata al turismo ha avuto conseguenze particolarmente importanti nel Veneziano. «Dai dati emerge una ripresa, che c’è stata quasi esclusivamente proprio in quel settore. Proprio in questi giorni - commenta Giordano - si discute dell’approvazione e del mancato finanziamento della Zls (zona logistica speciale con sgravi fiscali su investimenti e assunzioni), e alla richiesta di delucidazioni sul reperimento di fondi il ministro delle Imprese Adolfo Urso risponde con un omaggio al Conte Mascetti (personaggio di "Amici miei") e cita la burocrazia quando tutti sappiamo come il problema siano le risorse».

Per la Cgil le politiche di sviluppo dell’Area metropolitana devono puntare oltre che sul turismo anche sull'impresa. «Dovrebbe però far riflettere come un numero così elevato di visitatori non sia in grado di arricchire un territorio, ma al contrario lo impoverisca.  L’industria, dopo il calo subito nel 2021 e nel 2022 non accenna a dare segnali di ripresa, così come le costruzioni rimangono stabili. Preoccupa il calo delle attività di servizi non direttamente collegati al turismo, evidenziando come la situazione di crisi riguardi in realtà anche alcune parti del terziario».

Contro un mercato del lavoro «povero, precario e poco qualificato» più volte il sindacato ha puntato il dito. «I molti dati a disposizione sull’aumento dei contratti a tempo determinato e in somministrazione e al proporzionale calo dei contratti a tempo indeterminato, soprattutto nel settore turistico, parlano - conclude Giordano - Serve attrarre investimenti in grado di qualificare il lavoro nell’Area metropolitana. Le istituzioni si preoccupino del lavoro e della sua qualità, contrastando un’economia che si sposta sempre più sulla rendita».

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