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Lo sfogo di Niederauer: «Se l'arbitro sbaglia lo deve ammettere, ne va del calcio italiano. Meritiamo rispetto»

In una nota il presidente del Venezia parla a ruota libera dopo la partita giocata contro il Bari, partita decisa anche dalle discutibili scelte arbitrali

Il presidente del Venezia Duncan Niederauer ha voluto rilasciare delle dichiarazioni a ruota libera dopo la gara contro il Bari, decisa anche dalle scelte arbitrali. Parole dure quelle del numero uno arancioneroverde che chiede rispetto per la sua squadra e per il calcio italiano tutto. Di seguitole sue parole:

«Non avendo ricevuto alcuna indicazione concreta dalla Lega nelle ultime 36 ore, nonostante la trasmissione di prove evidenti di una irregolarità nei nostri confronti, vorrei dire quanto segue a nome della proprietà del Venezia FC: Negli Stati Uniti, dove abbiamo campionati professionistici di successo, accordi commerciali lucrativi con i media e solide quotazioni delle squadre, quando un arbitro commette un errore, e tutti lo sanno, non si nasconde. La lega riferisce apertamente sulle prestazioni degli arbitri, sia quelle positive che quelle negative. Vengono evidenziate le scelte corrette e gli errori, e gli arbitri si assumono la responsabilità di tutto ciò. Non lo si fa per umiliarli o metterli in imbarazzo. Fa parte del loro lavoro e lo sanno. Questo approccio conferisce credibilità alla lega e migliora l'integrità dello sport. Impariamo e miglioriamo tutti insieme. Tutti commettiamo errori - io ne ho commessi molti e li riconosco. L'arbitro e il responsabile del VAR hanno commesso un errore a Bari mercoledì sera, o ci hanno fatto un torto di proposito - solo loro lo possono sapere. Ma non ammettere nessuna delle due cose è un insulto al Venezia FC, alla proprietà, ai nostri giocatori, ai nostri tecnici, ai nostri tifosi e al gioco del calcio. È facile nascondersi dietro al "questa è la filosofia italiana, quindi non possiamo parlarne o ammettere un errore", ma è una scusa inaccettabile se speriamo di restituire al calcio italiano la posizione di cui godeva un tempo e di cui dovrebbe godere di nuovo. Ci viene chiesto di rispettare il sistema, e in cambio chiediamo solo che il sistema faccia altrettanto. Noi tutti dobbiamo assumerci la responsabilità dei nostri errori, e dovrebbero farlo anche la lega e gli arbitri. Tutti commettono degli errori, altrimenti non saremmo umani. Ammettere le proprie mancanze non è un segno di debolezza, ma di forza. Se osiamo chiedere informazioni sull'iniquità del giudizio, l'arbitro ci dice di moderare i toni? Non abbiamo diritto almeno a una spiegazione? Tutti noi abbiamo visto lo stesso video che hanno visto l'arbitro e il responsabile del VAR. Cosa non hanno visto che tutti gli altri hanno visto? Ci viene chiesto di esporre le nostre rimostranze tramite i canali istituzionali, ma non ne esce mai nulla di concreto e le cose non sembrano cambiare.
Nonostante tutto questo, non ricorreremo alle tattiche che i nostri avversari sembrano essere stati avvezzi a usare. Rivedete la partita e contate quante volte un giocatore del Bari è rimasto a terra in preda a presunti dolori, e poi contate quante volte si è effettivamente infortunato. Vi accorgerete che il primo numero è eccessivo, mentre il secondo è pari a zero. Gli infortuni immaginari sono solo questo - immaginari - una vergogna per lo sport che tutti diciamo di amare e un insulto all'arbitro. 
Mercoledì sera è stata la più evidente dimostrazione di un'ingiustizia, ma non l'unica. Siamo rimasti in silenzio, ma questo serve solo a legittimare un sistema che non è al servizio dei suoi componenti in modo equo e corretto, quindi non possiamo più rimanere in silenzio. I miei commenti non hanno lo scopo di creare un alibi per la nostra squadra. Dobbiamo giocare meglio e non concentrarci su cose che non possiamo controllare. Per il resto del campionato, i nostri ragazzi si concentreranno solo sul giocare al meglio, rispettando gli arbitri e gli addetti al VAR. Possiamo e vogliamo lottare ancora di più e speriamo che il nostro amore e il nostro rispetto per il gioco emergano. Queste avversità serviranno a renderci più forti, e spero sinceramente che possiamo contribuire a rendere più forte anche il calcio italiano».

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