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Venerdì, 26 Aprile 2024
Mestre Bissuola / Via Po, 11

La Bissuola il regno dello spaccio della "zarina": 94 giovani nei guai

A Capodanno c'era la fila sotto a un terrazzino da cui si lanciavano le dosi. Arrestati una 25enne e un 27enne mestrino. Droghe sintetiche

A poche ore dallo scoccare della mezzanotte di Capodanno c'era la fila. Non al supermercato, ma sotto casa di uno degli spacciatori finiti nei guai al termine di un'articolata indagine della polizia municipale, che ha fatto luce su un'intera "batteria" di pusher che mese dopo mese ha monopolizzato la zona delle Piramidi del parco della Bissuola. Loro erano specializzati in droghe sintetiche, come MDMA o LSD. Ma nel menu all'occorrenza c'era anche cocaina, marjuana, hashish. Di tutto un po'. Le pasticche servivano per sballarsi durante il weekend o per far festa nei parcheggi delle discoteche, per poi entrare nei locali e avere le energie per andare avanti fino al mattino.

Così il 31 dicembre 2013 sotto casa di una delle undici persone finite nei guai, c'era la fila di giovani (durante le lunghe indagini ne sono stati identificati 94 tra i 17 e 24 anni) desiderosi di fare il pieno prima di andare a festeggiare il Capodanno. Al punto che in quel caso la domanda superò l'offerta, e alle 18 dal terrazzino non poté più volare nulla. Le scorte di droga erano finite. Pedinamenti, intercettazioni e accertamenti che restituiscono uno spaccato preoccupante del mondo giovanile mestrino. Alcuni ragazzi poco più che maggiorenni sono arrivati a spendere tremila euro in due mesi per "farsi". Non pensavano ad altro, come gran parte dell'altra novantina di ragazzini identificati e segnalati alla prefettura come assuntori. Di più.

Nell'inchiesta sono finiti anche alcuni episodi emblematici, come la madre che aiuta a confezionare le dosi di droga al figlio (su cui continuano le indagini), o il padre che organizza una spedizione punitiva alla Bissuola per dare una lezione a chi non ha pagato la droga. A capo di questa banda c'era una "zarina": una 25enne mestrina con alle spalle precedenti per  furti, rapina e lesioni. Un personaggio carismatico e in grado di incutere timore, che si appoggiava a un braccio destro: un 27enne mestrino con altri guai per droga in passato. Il secondo ora si trova ai domiciliari, mentre la "zarina" si trovava già in carcere per altri reati.

Sotto di loro una nutrita schiera di pusher: sette i denunciati a piede libero, mentre due a novembre 2013 finirono già in manette in via Caneve. Si tratta di un trafficante che in autobus dalla Polonia stava consegnando la droga (due etti di catinoni sintetici) a un cittadino ucraino di circa 40 anni. Il "distributore" della zona. Per entrambi sono scattate le manette, ma ora sono a piede libero (uno ha patteggiato, l'altro ha scontato la sua pena). Le indagini sono scattate a luglio 2013 dopo un esposto dei residenti di campo Santa Margherita che lamentavano spaccio e degrado.

Già dalle prime domande agli assuntori l'attenzione si è poi spostata nella zona della Bissuola, per poi mettere sotto controllo prima i due boss, poi altre tre utenze cellulari. Gente che nela vita faceva poco o niente, vivendo dai genitori. Del resto la gestione di questo giro di spaccio per la "zarina" assicurava praticamente uno stipendio mensile. Nei guai sono finiti, oltra ai due mestrini, il corriere polacco, il distributore ucraino e altri sette pusher: due albanesi, un senegalese, un marocchino e tre italiani, tra cui un minorenne. La droga veniva spacciata anche fuori da vari locali notturni veneziani specializzati in musica techno: uno dei fulcri era un esercizio di via della Crusca a Mestre, ma il giro si allargava fino al Portogruarese.

Del resto la "zarina" era una PR per molte discoteche e, per la sua figura professionale, organizzava anche varie trasferte in pullman per giovani desiderosi di far festa. Con un "surplus" di 25 euro ottenevano il "cartone" o la pasticca. Servizio completo. Parlandone al telefono naturalmente di chetamina e simili non si parlava: i francobolli diventavano quindi "cartoni animati", la chetamina "Caterina" e l'ecstasy "pasticcini".

PARLA IL COMMISSARIO GIANNI FRANZOI, RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI SICUREZZA URBANA

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