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Torre di Viale San Marco, mobilitazione contro il progetto nel Palazzo e fuori

Presidio con striscione del comitato e battaglia in commissione. Gasparinetti: «Preoccupazione per ditta: sarebbe vicina alla 'ndrangheta». Martini: «I soldi per le bonifiche ci sono, non serve il privato». Pd: «Intervento che snatura e non riqualifica»

Giovedì giornata bollente durante e dopo la commissione sul progetto della torre di viale San Marco. Nel palazzo a darsi battaglia sono state maggioranza e opposizione, poi fuori dal Municipio in serata il comitato di quartiere ha srotolato uno striscione continuando la protesta. «No al Comune speculatore. Il Villaggio resiste». Venerdì mattina, alla ripresa della discussione, il consigliere Marco Gasparinetti (TeA) ha sollevato anche una preoccupazione legata alla notizia apparsa sul Corriere il 15 marzo, con riferimento ad un altro cantiere del Padovano e ha espresso l'auspicio che per il grattacielo di viale San Marco l'impresa di costruzione si rivolga ad altri fornitori di calcestruzzo. La notizia riguarda il cantiere di pediatria a Padova, dove il fornitore sarebbe una impresa collegata alla 'ndrangheta. «Anche ieri abbiamo partecipato alle commissioni svolte in Comune e in Municipalità a Mestre per ribadire le nostre ragioni rispetto al devastante progetto di "torre" e capannone commerciale che vogliono calare, sopra le nostre teste, sull'area verde dell'ex campo da calcio del Real San Marco», posta il comitato sulla pagina Facebook. 

«Un intervento che comporterà la trasformazione di un'area verde in una torre di 60 metri di altezza per circa 6000 metri quadri di residenziale e un'area commerciale di 4.550 metri quadri lordi, ovvero un centro commerciale - commentano i consiglieri Monica Sambo e Alessandro Baglioni (Pd) - Delle oltre 50 osservazioni presentate dai cittadini non è stato accolto praticamente nulla - ricorda - La giunta sui giornali ha parlato di una modifica rivoluzionaria per aver diminuito l'altezza della torre, peccato che vi sia una totale sproporzione del progetto della torre che ora prevede ben 60 metri (che deroga al massimo di 24 metri di altezza per la zona). È assurdo che la riduzione dell’altezza non comporti anche la riduzione delle cubatura: quindi la realtà è che ci troveremo una struttura leggermente più bassa ma anche più ampia, con conseguente ulteriore cementificazione. In nessun modo è stato valutato l'impatto che che un centro commerciale di 4500 metri quadri avrebbe sulle attività commerciali della zona, E l'annuncio dello spostamento della Cadoro di poco distante creerà un buco nero con probabile altro degrado (come già avvenuto in altre zone della città)». E stasera ci sarà l'incontro organizzato dal Partito Democratico e il Circolo Pd XXV Aprile alle 18 in via Tipaldo.

«Il punto di partenza è la bonifica di un’area di 23.650 metri quadri che richiede un investimento di 1.624.000,00 di euro: per raggiungere questo obiettivo si vuole approvare l’edificazione di un grattacielo residenziale di 60 metri di altezza - commenta il capogruppo Pd, Giuseppe Saccà - Non sarà solo l’aspetto urbanistico ad essere ferito, ma anche il tessuto commerciale e residenziale della zona. E la residenza? A poche decine di metri, sempre in viale san Marco all’angolo con via Sansovino, si trascina un’operazione che prevede circa 80 appartamenti mai terminati e diventata un’area generatrice di degrado». «Il Comune - scrive il consigliere Giovanni Andrea Martini (Tutta la città insieme!) invece di spendere soldi propri per la bonifica, la fa fare ad un privato, concedendo il permesso di costruire un nuovo edificio, con annessa area commerciale, parcheggi e quant’altro. I soldi oggi ci sono. Basta non spenderli tutti per il Bosco dello Sport. Invece c’è la volontà di portare avanti un progetto che non piace a nessuno, che snatura il quartiere, esempio positivo di una pianificazione urbana ben riuscita, e non convince più nemmeno del tutto lo stesso privato chiamato a costruire. Non per niente la ditta cerca di risparmiare proprio sulla bonifica».

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