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Il sostegno degli psicologi in Veneto nell'anno nero della pandemia

Il presidente Pezzullo: «Aiutiamo a costruire nuovi orizzonti per un paese in frantumi». 500 specialisti in regione per il sostegno di insegnanti, studenti e famiglie. «Le recenti proposte di introduzione di voucher psicologici per le famiglie non sono state approvate»

Nell'anno nero della pandemia in Veneto 500 psicologi sono in prima linea tra contagi, fatica emotiva, crisi e costruzione di nuovi orizzonti per la popolazione. «Le psicologhe e gli psicologi si sono occupati ogni giorno di un paese emotivamente in frantumi», afferma Luca Pezzullo, presidente dell'ordine psicologhe e psicologi del Veneto. «È essenziale sottolineare il valore aggiunto degli specialisti e il loro ruolo nei processi di cura a livello anche sociale. Il Covid-19 non ha minato solo la salute fisica e l’economia, ma ha lasciato importanti segni a livello psicologico».

La domanda di sostegno e di aiuto emotivo è diventata molto forte sui servizi pubblici e privati, conferma l'ordine. Sono rimasti accanto alle persone che morivano e continuano a morire. Sono con i parenti, ad accompagnare famiglie negli ultimi saluti, sostengono bambini con disabilità grave, i ragazzi in dad, gli anziani isolati, le donne vittime di violenza, i malati terminali e i pazienti emotivamente stremati da mesi di lockdown, perdite di lavoro, rotture di rapporti affettivi. Nelle case di riposo, negli ospedali, nei consultori, negli ambulatori privati, negli studi professionali, nelle scuole, nei servizi di Comuni ed enti locali: gli psicologi ci sono sempre stati.

«In un momento così delicato - continua Pezzullo - le istituzioni devono valorizzare il ruolo della  psicologia, e non stigmatizzarlo additando una categoria come se fosse quasi "curante a metà", mentre invece è intensamente impegnata a curare, ogni giorno, le ferite invisibili del paese e dei cittadini. In Veneto vi è stata buona sensibilità delle istituzioni: il dialogo è costante e molto positivo con la Regione e con gli enti locali. E anche nella scuola c'è stata collaborazione con l'ufficio scolastico regionale. «Ma, a livello nazionale, la rete pubblica della psicologia è sottodimensionata, e vi è ancora un investimento molto timido in questa direzione - continua Pezzullo - Nelle strutture pubbliche vi è in media appena uno psicologo ogni 12 mila abitanti, mentre la media europea è di almeno il triplo. Servono investimenti nazionali di ben altro profilo, vista l’emergenza psicologica che accompagna e segue le emergenze sanitarie ed economiche. E le recenti proposte legislative di introduzione di voucher psicologici per le famiglie, per facilitare l’accesso al supporto psicologico anche nel contesto privato, non sono state approvate, anche se sarebbero state fondamentali per moltissime famiglie italiane.

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