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Aja, Alberto Maschio rieletto presidente

Carenza di personale e sostenibilità, oltre all'impatto sul turismo del conflitto in Ucraina sono le priorità

Alberto Maschio, albergatore di 41 anni, è stato rieletto alla guida dell’Associazione jesolana albergatori. Come lui, anche tutto il consiglio uscente ha ottenuto il plauso dei numerosi soci presenti, senza dovere ricorrere alla votazione. «Al primo mandato – ha ricordato Maschio – avevamo molti punti su cui lavorare e qualcuno è rimasto sul tavolo, a causa di quanto abbiamo dovuto affrontare come conseguenza della pandemia. Ciò che più mi ha dato soddisfazione è l’essere riusciti a ricompattare l’associazione in un momento tra i più difficili dei suoi 60 anni di storia».

Carenza di personale e sostenibilità: le priorità

Tra gli obiettivi il consiglio si è prefissato, quello del reperimento del “capitale umano”, risorse professionali fondamentali per le strutture ricettive. «Poi c’è la tematica energetica che, in questo momento, sta facendo lievitare i costi di gestione delle nostre attività in modo esponenziale - aggiunge Maschio -. E ancora: merita un’attenzione particolare tutto il filone della sostenibilità, ma anche la promozione del territorio. Queste sono solo alcune delle priorità, ma molti sono i filoni di attività per i quali siamo già al lavoro».

L'impatto sul turismo del conflitto in Ucraina

Tra i temi da affrontare, anche l'impatto sul turismo del conflitto in Ucraina. «Una guerra ha degli impatti se non diretti, come quelli tragici in Ucraina, anche negli effetti psicologici nel processo di prenotazione - dice il presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon -. Avevamo registrato un certo ottimismo, con una ripresa del mercato estero di prossimità, anche dei Paesi dell’Est, nelle prime settimane dell’anno, positivo per la costa veneta in generale; purtroppo questo processo si è ora un po’ arrestato, ancora non con cancellazioni, ma rallentato sì. Stessa cosa vediamo per la montagna. Per le città d’arte: una guerra in Europa non viene vista bene dal mercato americano, che difficilmente si riprenderà quest’anno. Dinamiche dalle quali pensavamo di essere fuori, dopo avere superato la fase critica della pandemia, ma che ora si stanno ripresentando come conseguenza del conflitto bellico».

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