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Tradizioni

Corteo acqueo e regate, Venezia celebra la Festa della Sensa

Giornata di iniziative per celebrare il legame tra la città e il mare. Un pensiero è stato dedicato alla popolazione dell'Emilia Romagna

La tradizione si rinnova a Venezia nel giorno della Festa della Sensa: domenica 21 maggio la città ha celebrato lo "sposalizio del mare" con una serie di iniziative, in primis il simbolico lancio dell'anello dogale nell'acqua davanti alla chiesa di San Nicolò del Lido. «Noi ti sposiamo, o mare, in segno di vero e perpetuo dominio», è la formula di rito pronunciata dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro al momento del lancio. Con l'anello è stata gettata in acqua una corona d’alloro dedicata a tutti i caduti del mare. Alla cerimonia hanno partecipato il patriarca Francesco Moraglia e l'ammiraglio della Marina militare Andrea Petroni, oltre al sindaco di Longarone, Roberto Padrin, che poco prima, ai Giardini reali, ha ricevuto l'anello dogale per il "gemellaggio adriatico". Il rito è stato accompagnato dall'alzaremi e dalle note dell'inno di San Marco.

La Festa della Sensa ha vissuto il suo momento religioso con la celebrazione della messa per la solennità dell'Ascensione, officiata dal patriarca Moraglia nella chiesa di San Nicolò. L'esibizione del coro nel piazzale della chiesa ha introdotto poi gli altri eventi collegati alla Sensa, come il tradizionale mercatino (allestito con il supporto della Pro Loco) e le regate sportive.

Festa della Sensa 2023

La Festa ricorda due eventi storici: il soccorso portato dal doge Pietro II Orseolo alle popolazioni della Dalmazia, minacciate dagli Slavi, il 9 maggio dell'anno 1000, e la stipula, nel 1177, del trattato di pace tra il doge Sebastiano Ziani, Papa Alessandro III e l'imperatore Federico Barbarossa, che pose fine alla secolare diatriba tra Papato e Impero. Entrambi celebrano la potenza della Serenissima, fondata sulla conoscenza e il controllo del mare. All’inizio il rito era celebrativo, religioso e scaramantico insieme, per propiziarsi la tranquillità del mare, e prevedeva la visita del doge al mare e la benedizione delle acque dell’Adriatico. Su questa base si è innestato poi lo sposalizio del mare: il doge, a bordo del Bucintoro, riceveva la benedizione del vescovo, che si imbarcava all'altezza di San Pietro di Castello e una volta raggiunta la Bocca di Porto di Lido, lanciava nelle acque un anello d’oro.

Il gemellaggio con Longarone

L’edizione 2023, come detto, si è aperta in mattinata ai Giardini reali con la consegna dell’anello del gemellaggio adriatico alla città di Longarone, restituito dalla città ucraina di Odessa a cui era stato dato in custodia l'anno scorso. Il legame storico tra Venezia e le Dolomiti e la ricorrenza dei 60 anni dal disastro del Vajont sono le motivazioni alla base di un gemellaggio che risale all'anno mille, come spiegato dal consigliere delegato alle tradizioni, Giovanni Giusto: «Chiamarla tradizione è riduttivo: oggi celebriamo una grande storia che è nata e andrà avanti, custodita dall'ambiente che ci appartiene: la laguna, l'acqua e il mare sono sempre state le nostre mura».

«Un legame profondo tra le nostre montagne, le più belle al mondo, con la città più bella del mondo», sono le parole del sindaco di Longarone che ha ricordato la grande opera degli “zattieri” che portarono in laguna migliaia di tronchi utilizzati per costruire la città. «Oggi suggelliamo la storia che unisce le nostre comunità, le Dolomiti di Belluno sono le montagne di Venezia». Per il sindaco Brugnaro, «la storia di Venezia, Stato da Mar e Stato da Tera, rivive oggi il suo stretto legame con l'acqua, l'elemento che è alla base del gemellaggio che ho fortemente voluto con la città di Longarone. Si rinnova una tradizione che ripercorre quello che la bandiera di San Marco, della nostra città, ha sempre rappresentato: la volontà di unire le persone, le comunità, i popoli».

Nel corso della cerimonia il messaggio di sostegno alla popolazione dell'Emilia Romagna, duramente colpita dall'alluvione degli ultimi giorni. «Prevenzione e coraggio di agire, affinché le tragedie del passato siano di insegnamento», è stato il monito e l'appello dei sindaci Brugnaro e Padrin. Al termine della cerimonia, dal molo di San Marco, prima della partenza del corteo acqueo è stato fatto un alzaremi come omaggio alla popolazione dell'Emilia Romagna.

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