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Cronaca

Actv: lo sciopero nazionale diventa locale, ma fuori dalle ore di punta

Un'astensione plurisettoriale è indetta da Ugl autoferro il 3 dicembre. In tutto il Veneto la fascia oraria va dalle 20 a mezzanotte. Solo a Venezia per il trasporto pubblico locale Actv gli addetti della navigazione, automobilistici e tranviari incrociano le braccia dalle 21

È sciopero nazionale plurisettoriale il 3 dicembre: a proclamarlo è Ugl Autoferro. In tutto il Veneto si fermano i trasporti dalle 20 a mezzanotte, mentre solo a Venezia incrociano le braccia i dipendenti della navigazione, automobilistici e tranviari Actv dalle 21, poiché la sigla locale Ugl Aft ha deciso di aderire, «limitando i disagi», afferma il sindacalista Igor Cuzzolin. «Sarebbe stato necessario altrimenti assicurare le fasce minime garantite, con 4 ore di sciopero, ma le motivazioni dell'astensione che ha carattere nazionale, non coinvolgono la vertenza veneziana che va avanti da oltre 10 mesi e riguarda la disdetta dell'integrativo», spiega Cuzzolin. 

Ugl a Venezia ha organizzato assieme a Filt Cgil e Usb, con Sgb e Cub che aderiscono, uno sciopero di 24 ore il 13 dicembre. E non sarebbe stato possibile, in base alle regole della commissione di garanzia, indire un'altra dichiarazione prima dei 20 giorni, visto che c'è stato uno sciopero il 15 novembre. Aggregandosi all'astensione nazionale la tempistica scende a 10 giorni, e per questo, come ha spiegato Cuzzolin, la sigla locale Ugl Aft ha potuto aderire alla protesta nazionale del 3 dicembre. 

Le ultime corse prima dello sciopero e le prime corse con cui riprenderanno i servizi di navigazione e automobilistici urbano ed extraurbano saranno pubblicate nei prossimi giorni on line sui siti aziendali www.actv.it e www.avmspa.it. Per informazioni consultare la relativa news, i pannelli informativi agli approdi, i canali social istituzionali e il call center Dime 041 041. Queste le motivazioni dello sciopero dichiarate dalla sigla sindacale promotrice: · per la discriminazione tra lavoratori in possesso e non di green pass, contraria a quanto previsto dalle norme e dalle raccomandazioni in materia di discriminazione 

· per le intimidazioni e le ritorsioni che stanno verificandosi, vista l’autonomia decisionale lasciata alle aziende di stabilire le procedure aziendali in materia di applicazione del green pass, andando addirittura oltre quelle che sono le norme stabilite dalla legge, relativamente all’assenza ingiustificata e alla sospensione di qualsiasi emolumento economico per il periodo di assenza dal lavoro

  •  per il mancato rispetto della tutela dei lavoratori anche se le norme prevedono limiti al potere disciplinare del datore di lavoro, si stanno verificando casi di gravi violazioni;
  •  per la non applicazione nella maggior parte delle aziende del settore mobilità dell’articolo che recita: “non è consentito, in alcun modo, che il lavoratore permanga nella struttura, anche a fini diversi, o che il medesimo sia adibito a lavoro agile in sostituzione della presentazione non eseguibile in presenza, ferma rimanendo la possibilità, per le giornate diverse da quella interessata, di fruire degli istituti contrattuali di assenza (malattia, visita medica, legge 104, congedo parentale…)” creando situazioni di discriminazione
  •  per le approssimative e fallimentari organizzazioni aziendali che, invece di adottare procedure chiare e trasparenti, spesso utilizzano metodi confusi e improduttivi come l’individuazione di preposti alla verifica che non sono stati minimamente informati e formati sui modi e sullo sviluppo delle procedure;
  •  per la possibilità che i tamponi per la certificazione verde siano elargiti gratuitamente a tutti i lavoratori interessati per far rispettare alle aziende il loro obbligo di sorveglianza sanitaria e prevenzione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro;
  •  perché si sensibilizzino le aziende nella ricerca convenzioni ad hoc, che non pongano in essere ulteriori discriminazioni;
  •  per la sicurezza - sia in termini di safety che di security - di tutti gli operatori del settore, perché non sia un elemento da valutare e utilizzare solo in determinate situazioni, ma divenga un campo di attenzione e di investimento prioritario e garantista;
  •  perché la situazione del trasporto pubblico locale che si prospetta è a dir poco surreale: si richiede l’obbligatorietà di un green pass a chi conduce il mezzo, ma non a chi ne fruisce, creando importanti dubbi sull’efficacia che questo strumento davvero eserciti nel combattere la pandemia
  •  perché la situazione del trasporto ferroviario che si è determinata non è congruente con le finalità della legge, considerando che l’obbligo del green pass non è previsto per tutte le tipologie di percorrenza dei treni, l’assurda ed estrema situazione che si verifica nel trasporto locale, regionale e interregionale dove il lavoratore ha l’obbligo del green pass mentre lavora all’interno di un convoglio dove potenzialmente tutti gli utenti potrebbero non averlo, crea importanti dubbi sulla efficacia di questo strumento;
  •  perché gli autoferrotranvieri e i ferrovieri tanto hanno fatto affinché il Paese non si fermasse durante questa pandemia, garantendo con la propria responsabilità e professionalità la mobilità del Paese anche in momenti in cui le tutele e gli strumenti sanitari erano praticamente assenti;
  •  per l’assenza di tutela agli operatori front line vittime degli effetti post Covid che, invece di essere accompagnati in percorsi di garanzia e ripresa, sono discriminati e spesso spinti a soluzioni risolutive come destituzione e licenziamento
  •  perché l’obbligo del green pass nei luoghi di lavoro sta creando molte difficoltà anche ai lavoratori che ne sono in possesso, poiché le aziende del settore per sopperire alle mancanze di personale, non concordano la fruizione delle ferie e delle assenze. La forte richiesta di lavoro straordinario e la rimodulazione dei turni di lavoro stanno creando serie difficoltà organizzative che hanno ripercussioni negative sulla vita dei lavoratori.
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