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Cronaca

Studio e lavoro procedono insieme: c'è l'accordo tra parti sociali, ministero e Regione

"Primo il Veneto a sperimentare percorsi formativi coerenti con i fabbisogni del sistema delle imprese. Stiamo parlando di una grande opportunità per i ragazzi"

Scuola e lavoro in Veneto camminano assieme. Lo ha stabilito un accordo firmato martedì mattina da Regione, ministero dell'Istruzione, nell'articolazione territoriale, sindacati Cgil, Cisl e Uil, e dal settore artigiano. L’accordo non si limita all’enunciazione di dichiarazioni di principio ma individua, ed è il primo in Italia a farlo, specifiche azioni per facilitare il dialogo tra scuola e impresa, mettendo al centro i giovani e le loro competenze.

Incentivi, tutor, collocamento

Vengono definiti nuovi strumenti multimediali per facilitare il placement, introdotte le linee guida per un progetto innovativo in materia di salute e sicurezza, previsti incentivi per la formazione dei tutor e specifiche azioni di sostegno per la co-progettazione e la verifica dei percorsi di alternanza. L’obiettivo? Aumentare il numero di piccole imprese venete coinvolte, garantendo, anche attraverso la bilateralità, una sempre maggiore qualità dei percorsi di alternanza, perché il Veneto sia ogni giorno di più un “paese per giovani”.

La storia

Il Veneto è stata la prima regione in Italia a sperimentare l’alternanza scuola lavoro. Era il 2003 e ancora non si trattava di un obbligo previsto per legge ma di un’opportunità per co-progettare con il mondo scolastico percorsi formativi coerenti con i fabbisogni del sistema delle imprese. Nel 2016, dopo l’approvazione della Legge su La Buona Scuola, è stato di nuovo il Veneto ad impegnarsi per primo in un protocollo d’intesa con le parti sociali regionali, Unioncamere e l’articolazione territoriale de Miur. Nel giugno di quest’anno, facendo seguito agli impegni presi, ha convocato le parti coinvolte per verificare gli esiti della sperimentazione avviata al fine di individuare le principali criticità e le traiettorie per il futuro. 

Un sistema di relazioni sindacali cooperativo

L’Ocse nel suo recente National Skills Strategy afferma che il nostro Paese incontra ad oggi un maggiore deficit di produttività e competitività rispetto ad altre economie avanzate, soprattutto a causa del divario tra domanda ed offerta di competenze. La via maestra per ricomporre questo skills mismatch e per sbloccare l’ascensore sociale, secondo l’Ocse, passa anche attraverso il rafforzamento dell’alternanza scuola lavoro. Le esperienze avviate in altri e Paesi europei, Germania e Danimarca in primis, ci dicono che per funzionare questi percorsi hanno bisogno di essere accompagnati da relazioni sindacali forti e cooperative sul territorio. 

Il nuovo accordo

L’Accordo interconfederale regionale sottoscritto da: Agostino Bonomo, presidente Confartigianato Imprese Veneto, Alfonso Lorenzetto, Cna Veneto, Franco Storer, presidente Casartigiani del Veneto e Christian Ferrari, Cgil Veneto, Gialfranco Refosco, Cisl Veneto, Gerardo Colamarco Uil Veneto, alla presenza di Elena Donazzan, assessore all'Istruzione, alla Formazione e al Lavoro, alla presenza di due funzionari dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto e Santo Romano, direttore Area capitale Umano, Cultura e Programmazione Comunitaria Regione Veneto, si colloca in questo scenario, proponendo, in un momento in cui politicamente si promettono solo “abolizioni”, di “costruire” un futuro per il nostro territorio fondato su tre pilastri: giovani, competenze, lavoro.


"Con la firma di oggi - dichiarano Agostino Bonomo, Alfonso Lorenzetto e Franco Storer - segnamo un passo importante per l'alternanza e per il suo sviluppo all'interno delle nostre imprese che, per la loro ridotta dimensione, hanno incontrato non pochi ostacoli, spesso anche di tipo culturale per l’effettiva implementazione di questi percorsi. Malgrado tutte le difficoltà sperimentate in questi anni, dovute anche alla frammentarietà del quadro regolatorio e alla sua spesso difficile interpretabilità, l’interesse delle nostre imprese è rimasto alto e l’accordo lo dimostra. Oggi vogliamo mettere nelle loro mani, grazie al supporto della bilateralità, qualche strumento in più perché siano nelle condizioni di misurarsi con un tema vitale per il prossimo futuro, quello delle competenze, che richiede di riprogettare le alleanze con il sistema formativo ed educativo, partendo dai giovani".


Christian Ferrari, Onofrio Rota, Gerardo Colamarco, segretari generali rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil Veneto: “la firma di oggi è molto positiva e conclude un confronto lungo e articolato. L’accordo con gli artigiani sull’alternanza scuola lavoro è il nostro modo per aprire le porte delle imprese ai giovani che studiano e si preparano al loro futuro lavorativo, favorendo percorsi che tengono conto della trasformazione del mondo produttivo, causata in negativo dalla grande crisi e in positivo dall’innovazione tecnologica. Va sottolineato positivamente l’investimento sulla formazione e sulla preparazione dei tutor, e il supporto alle aziende per la coprogettazione dei percorsi. Sindacati e imprese artigiane vogliono in questo modo garantire ai nostri studenti la possibilità di vivere esperienze formative che li arricchiscano nel loro percorso di crescita e di studio, anche per fermare la fuga di cervelli verso l’estero. Quella che parte oggi è la prima esperienza in questo settore nella nostra regione: è positivo che si mettano in campo diverse opportunità per i nostri giovani. Auspichiamo che questo accordo serva da stimolo per tutti gli attori istituzionali anche per realizzare un sempre maggiore coordinamento, e un efficace utilizzo delle risorse”.


L’assessore Elena Donazzan: “Il Veneto è portato a un dialogo naturale tra scuola e lavoro. La Regione, infatti, quindici anni fa è stata la prima in Italia a codificare l’alternanza scuola-lavoro come elemento strutturale dell’offerta formativa nel “sistema educativo”, provando a introdurla anche nei licei, prima che diventasse un obbligo nazionale. Stiamo parlando di una grande opportunità per i ragazzi che così possono mettersi in gioco nel sistema produttivo, opportunità che senza il ruolo  fondamentale delle parti sociali non sarebbe possibile.”

I numeri del Veneto

Dal monitoraggio annuale effettuato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nell’anno scolastico 2016-17 sono stati coinvolti in percorsi di alternanza 112.151 studenti veneti: è il doppio rispetto ai 55.245 contati per il 2015-16. Hanno vissuto questa esperienza non solo i ragazzi delle classi in cui l’asl era obbligatoria – terze e quarte, appunto –  ma anche le quinte (5.992). In qualche scuola, addirittura, sono stati coinvolti allievi del primo (24) e del secondo anno (419). I dati evidenziano pure che in Veneto è stato pressoché risolto il nodo della ricerca delle strutture ospitanti, che nel 2016-17 sono state 32.835 (rispetto alle 21.119 del 2015-16), di cui più dell’80% appartenenti al settore privato. Indice della buona organizzazione dei percorsi è anche il rapporto alunno/impresa, che per il 40% dei ragazzi coinvolti è stato di uno a uno.
 

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