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Botteghe veneziane

La delibera voluta da Costalonga funziona: «Negozi di paccottiglia sostituiti da attività di qualità»

Tra gli effetti più significativi, c'è anche il ritorno degli artigiani nel cuore pulsante del centro storico

La delibera "anti paccottiglia" introdotta dall'assessorato al Commercio del Comune di Venezia inizia a dare i suoi frutti. A un anno dalla sua entrata in vigore, la misura ha evitato l'apertura di attività di scarsa qualità nell'area marciana e lungo le calli maggiormente frequentate, senza incorrere nel rischio di aumentare il monte degli sfitti.

Come spiegato dall'assessore Sebastiano Costalonga, le aperture nelle zone sottoposte a vincolo sono state in tutto 93 negli ultimi dodici mesi, contro le 95 del 2018/2019: i numeri restano quindi pressoché invariati, ciò che cambia sono tipologia e qualità dei nuovi negozi. «La differenza si vede - ha sottolineato Costalonga -. I commercianti ora sono contenti delle attività che vengono aperte al loro fianco, perché non sono più di basso profilo, e portano un valore aggiunto».

Il ritorno degli artigiani in centro storico

Il risultato forse più significativo è la riduzione del 90% delle cosiddette attività "apri e chiudi", ossia quelle che alimentano l'evasione fiscale e fanno concorrenza sleale nei confronti di chi rispetta le regole. Tra gli effetti positivi, come rilevato dall'assessore, c'è anche il ritorno degli artigiani: sono in tutto 23, per il momento, quelli che hanno aperto nel cuore pulsante del centro storico: «In passato si erano spostati nelle zone periferiche - ha rilevato l'assessore -, ora sono dove meritano di stare, perché portano con sé la storia della città».

Complessivamente, nell'ultimo anno, nell'area vincolata hanno aperto 27 negozi di "alta gamma", 23 botteghe artigiane, 6 negozi di arte e stampe, 4 gioiellerie, così come ottici, profumerie, librerie, ma anche ortofrutta e mercerie. «Negozi - ha detto Costalonga - che tutti continuavano a dire che chiudevano o avrebbero chiuso, e che invece sono stati aperti, perché sono utili e di interesse per il cittadino». Il sestiere di San Marco è stato quello maggiormente interessato da nuove aperture (il 57% del totale), mentre la distribuzione tra Cannaregio, San Polo e Castello si equivale, con una decina di aperture a testa.

La delibera approvata lo scorso anno impedisce, per un periodo di tre anni, l'insediamento e il trasferimento, nell'area attualmente vincolata, di negozi di commercio al dettaglio del settore alimentare e di attività che non prevedono la presenza di un addetto, come lavanderie a gettone, e locali attrezzati in modo esclusivo con apparecchi automatici per la vendita o la somministrazione di cibi e bevande.

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