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Cronaca Mirano

Truffa, esponente di spicco della Banda della Magliana in manette

Guglielmo Sinibaldi, 56enne, figura nella gran parte delle inchieste sull'organizzazione criminale. L'arresto è arrivato per assegni falsi

Il suo nome ricorre in tutte le inchieste sulla Banda della Magliana. Come informatore, magari. Oppure come imputato. Insomma, lui in un modo o nell'altro c'era. Guglielmo Sinibaldi, 56enne, le manette le ha conosciute anche lontano da Roma, dove "Renatino" De Pedis e prima di lui Franco Giuseppucci l'avevano fatta da padrona. Droga, rapine e rapimenti. Stavolta il copione è ben diverso.

L'ex esponente di spicco della Banda della Magliana è finito in manette per truffa. Avendo cercato di acquistare una trentina di panche da giardino da un commerciante di Mirano, presentando un assegno irregolare. Evidentemente il negoziante non sapeva di avere a che fare con uno dei pentiti (assieme a Maurizio Abbatino, il "Freddo" della serie tv Romanzo Criminale) che nel 1992 permise di scoperchiare l'intera organizzazione attraverso le proprie dichiarazioni. Il negoziante non sapeva nemmeno che nel 2012 nel Trevigiano il 56enne era finito in guai giudiziari per il presunto tentativo di raggiro di un'anziana, indotta a credere che quei soldi che sparivano dal proprio conto corrente erano prelevati da un istituto bancario per un mutuo trentennale.

Sinibaldi, come detto, mercoledì è stato arrestato per l'utilizzo di assegni falsi (in cinque casi i carabinieri sono riusciti ad accertare la sua condotta fraudolenta). Una volta caricata una parte della merce su un furgone, infatti, l'uomo aveva dichiarato al commerciante che sarebbe tornato una seconda volta per un nuovo giro. In modo da riuscire a portare a destinazione tutte le panche. Durante la prima tornata, però, l'esercente ha effettuato un controllo sull'assegno che aveva tra le mani. L'indirizzo indicato risultava inesistente. Insospettito ha quindi deciso di andare a controllare di persona, imbattendosi in una casa sfitta di Santa Maria di Sala. Impossibile che qualcuno ci dimorasse all'interno. Al suo ritorno Sinibaldi, dunque, si è trovato davanti i militari dell'Arma della stazione locale. Finendo in manette.

Il 56enne, secondo le forze dell'ordine, stava pagando con un blocchetto di assegni rubato il 25 febbraio scorso a Badia Polesine, nel Rodigino. Un passepartout per la felicità, acquistato da un malvivente di cui l'arrestato non ha naturalmente fornito le generalità. Tra il 24 e il 29 marzo sono state accertate compravendite irregolari tra le attività commerciali di Scorzè per tremila euro. Prima, il 18 marzo, c'era stata una "puntatina" da 2.900 euro anche a Dolo, e il giorno seguente da 1.500 euro a Conselve, nel Padovano. In tutto le truffe commesse in poche settimane ammonterebbero a 14mila euro, in cui si inseriscono anche acquisti a Mira e Istrana a metà marzo. L'ex della "banda" dovrà rispondere anche di insolvenza fraudolenta e ricettazione. Nel primo caso perché il furgone che aveva noleggiato non era ancora stato pagato, in secondo luogo perché tutta la merce che aveva acquistato negli ultimi tempi, lui che ha la residenza in Abruzzo ma negli ultimi anni si sarebbe stabilito a Santa Maria di Sala, non è stata trovata. Con ogni probabilità quindi è stata rivenduta. Venerdì mattina l'arresto è stato convalidato. Il 56enne è stato sottoposto all'obbligo di firma fino all'apertura del processo del 17 aprile prossimo.

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