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Cronaca

L'impegno delle aziende sanitarie per far fronte alla carenza di medici

Ulss 3 e Ulss 4 sono impegnate per garantire il necessario ricambio alle strutture ospedaliere e una copertura adeguata in tutti i ruoli

Mancano medici e personale sanitario, e una delle cause è da ricercare anche in una programmazione universitaria non in grado di soddisfare le attuali esigenze. Nonostante le evidenti difficoltà, le due aziende sanitarie della provincia di Venezia hanno compiuto tutti gli sforzi necessari per garantire il necessario ricambio alle strutture ospedaliere e un'adeguata copertura di tutti i ruoli.

In particolare, Ulss 3 «ha fatto un grande lavoro sui primariati. - ha spiegato oggi in conferenza stampa il direttore sanitario, Giovanni Carretta - Anche a seguito delle difficoltà indotte dagli anni della pandemia, nella nostra azienda sanitaria un anno fa ci trovavamo con una ventina di primariati da coprire; in un anno abbiamo saputo inserire in ruolo, espletato l'iter concorsuale, quindici nuovi primari, e altri 4/5 prenderanno servizio da qui alla fine del 2022». L'azienda, inoltre, gioca d'anticipo: «In dialogo con i competenti uffici regionali, - ha continuato Carretta - stiamo già valutando come far fronte alle 4/5 uscite che è possibile prevedere da qui a fine 2022».

L'azienda si trova di fronte alla necessità di sostituire non solo primari che vanno in pensione, ma anche quelli che «lasciano perché attratti dalle condizioni ben differenti che offre loro il settore privato», ha spiegato il direttore generale, Edgardo Contato, che ha sottolineato come «a fare il salto nel privato sono spesso professionisti a fine carriera, che si sono formati e che hanno acquisito autorevolezza proprio operando nei nostri ospedali, e che poi si trovano a ricevere offerte allettanti nelle cliniche e nelle strutture gestite con altre logiche rispetto agli ospedali pubblici: in queste strutture il compenso percepito da uno specialista è ben superiore, a volte anche doppio rispetto a quello che viene garantito dal servizio sanitario pubblico».

Le maggiori difficoltà a cui sta facendo fronte Ulss 4 sono sul fronte della medicina generale. «Come noto facciamo fronte all’importante carenza di medici in tutto il territorio, - ha spiegato il direttore dei Servizi sociosanitari, Paola Paludetti - e a questo si aggiungono inoltre un numero significativo di medici in uscita per pensionamento non compensato dalla formazione universitaria, e l’invecchiamento della popolazione che ha portato a un aumento della patologie croniche». Allo stato attuale il numero dei medici di medicina generale nel territorio Ulss 4 è 125. Sono 44 le zone carenti per un assetto ideale «ma 15 medici in più sarebbero sufficienti per garantire una copertura assistenziale adeguata, nessun assistito è tuttavia privo di un medico di famiglia. La carenza di medici di medicina generale è maggiore nelle zone decentrate rispetto ai centri urbani.

«I nostri strumenti a disposizione per migliorare l’organizzazione della medicina territoriale - ha sottolineato Paludetti - è aumentare temporaneamente i massimali ai numerosi medici che si sono resi disponibili, sino ad arrivare a 1800 e in taluni casi a 2000 assistiti; rendere più flessibile la scelta del medico tra diversi ambiti territoriali, favorire forme associative tra medici e la massima sinergia con i sindaci dei comuni interessati per ricercare soluzioni organizzative, come agevolazioni all'apertura dell’ambulatorio, che facilitino l’attrazione di nuovi medici».

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