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Cronaca San Marco

Concordia, No Grandi Navi: "Duemila inchini l'anno davanti a San Marco"

Nell'anniversario della tragedia davanti all'isola del Giglio il comitato veneziano ribadisce l'opposizione al passaggio delle imbarcazioni davanti a Venezia, rilanciando l'allarme sul pericolo costituito dai giganti del mare

Nell'anniversario del naufragio della Costa 'Concordia' i comitati che si battono contro il passaggio delle grandi navi davanti a Venezia rilanciano l'allarme sul pericolo costituito dai giganti del mare. Questo perché - spiega il Comitato 'No Grani Navi, Laguna bene comune' - nulla ancora è cambiato in laguna dopo l'approvazione del decreto Clini-Passera, che a Venezia pone il veto al transito delle navi sopra le 40mila tonnellate di stazza (contro le 500 ton. previste per gli ancoraggi in parchi e aree protette). L'applicazione del provvedimento votato dal Governo nel marzo scorso è subordinato alla definizione di una alternativa del transito dei giganti davanti a San Marco, allo studio di Comune e Autorità Portuale. Intanto, sottolinea il portavoce del comitato, Silvio Testa, anche l'anno scorso si sono contati i soliti duemila "inchini" delle crociere davanti a Piazza San Marco e nel Canale della Giudecca.

L'unico progetto su cui risulta le autorità stiano lavorando - ricorda Testa - "é quello voluto dall'Autorità Portuale, cioé lo scavo del piccolo Canale Contorta Sant'Angelo che congiungerebbe con la Marittima il Canale dei Petroli, responsabile della devastazione dell'intero bacino centrale della laguna". Questa soluzione permetterebbe alle navi di il loro ormeggio abituale in Marittima entrando in laguna dalla bocca di porto di Malamocco. Ma per il Comitato cittadino "ciò equivale a nascondere la polvere sotto il tappeto: davanti a San Marco i mastodonti del mare non passerebbero più (anche se le navi di 40 mila tonnellate non sono certo piccole) ma le due più gravi criticità connesse col crocerismo, ovvero l'inquinamento ambientale e la compromissione di rive e fondali, verrebbero solo spostate e certamente nel secondo caso aggravate". "Il problema del crocerismo a Venezia - conclude il comitato - non si risolve liberando San Marco e distruggendo la laguna. La soluzione è il cambio di un modello, l'abbandono della rincorsa a un gigantismo navale che fa solo gli interessi delle compagnie da crociera a danno delle comunità locali".

(ANSA)

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