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Cronaca

Prima il sequestro ora la confisca: allo Stato le ville toscane di Felice Maniero

L'operazione della Finanza è scattata lunedì: nel mirino 3 immobili, tra cui "Villa Paradiso", che secondo l'accusa sarebbero stati comprati con i soldi dell'attività illegale della Mala

Erano già state sequestrate a febbraio 2017, poco dopo gli arresti che avevano scoperchiato il calderone sul "tesoro di Felice Maniero", cui proprio l'ex boss della Mala del Brenta aveva contribuito a gettare luce. Ora è arrivata la confisca: gli uomini del Nucleo di Polizia valutaria della guardia di finanza hanno eseguito il decreto di confisca di 3 ville, disposto dal Tribunale di Venezia, situate in Toscana, nelle province di Lucca, Pisa e Firenza. Si tratta di Villa Paradiso a Santa Croce sull'Arno (dove vivevano Lucia Carrain e Noretta Maniero, rispettivamente madre e sorella di Maniero), un villino a Fucecchio e una villa a Pietrasanta, in Versilia.

La villa toscana della sorella e della madre di Maniero

Secondo il Tribunale si tratterebbe di immobili acquistati con risorse economiche sproporzionate rispetto agli effettivi redditi percepiti negli anni dall'ex cognato di Felice Maniero, Riccardo Di Cicco, accusato dall'ex boss della Mala di aver riciclato i proventi degli anni di attività illegale della banda. A febbraio 2017 venne notificata anche una seconda ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un prestanome, il broker finanziario Michele Brotini. In sintesi, Felice Maniero prima del blitz toscano si recò in Procura a Venezia accusando l'ex parente di aver gestito in questi anni le sue finanze, ma a un certo punto non gliele avrebbe più restituite. Almeno in parte. Una battaglia giudiziaria che sta continuando anche in questi giorni e che potrebbe vedere nelle prossime settimane l'ex boss chiamato a testimoniare in Tribunale (con ogni probabilità in videoconferenza).


Sia il prestanome sia il promotore finanziario sono entrambi detenuti e imputati al processo in cui devono rispondere di riciclaggio di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità di agevolare Felice Maniero. I due, sostiene la Finanza, avrebbero gestito circa 33 miliardi di vecchie lire del patrimonio illecito del capo della mala del Brenta, acquistando i 3 immobili confiscati lunedì: operando attraverso una serie di rapporti finanziari, anche in Svizzera, dove il denaro veniva trasportato ricorrendo agli spalloni, e accendendo conti cifrati. Su uno di questi, denominato 'Monastero', furono depositati nel 2003 4,3 milioni provenienti tra l'altro da un altro conto svizzero aperto nel 1994-95. Con la confisca, il Tribunale ha ritenuto sussistente il presupposto di pericolosità sociale di Maniero sulla base dell'"accertata e costante dedizione alla consumazione di reati in forma continuata ed organizzata, sia nell'ambito del settore degli stupefacenti che nel campo dei reati contro il patrimonio". 

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