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Cronaca

Brugnaro alle categorie economiche: «Facciamo comunità, Venezia non si ferma»

L'incontro questa mattina a Mestre. Marinese: «Fatturato in calo del 30%»

«Fare squadra, affrontare uniti il momento di difficoltà generato dall’emergenza Coronavirus, dando esempi positivi, senza creare eccessivi allarmismi ed evitando polemiche». È questo l’invito che il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha rivolto questa mattina alle categorie economiche della città in un incontro organizzato a Mestre, nell’auditorium della città metropolitana di Venezia, per fare il punto sulla situazione e coordinare le azioni da intraprendere. All’appuntamento, a cui ha preso parte anche la giunta comunale, erano presenti numerosi rappresentanti di associazioni di categoria, sindacati, professionisti, società partecipate.

«Venezia è viva e vuole reagire»

«Dobbiamo fare comunità - è l'appello del primo cittadino - e dimostrare che la città di Venezia è viva e vuole reagire. Il fatto che siete tutti qui lo dimostra. In questi momenti difficili l’aspetto che genera più preoccupazione è quello economico, ma è proprio nelle situazioni critiche che emerge la caratura della classe dirigente: in base al vostro comportamento, alle vostre azioni pubbliche di vita quotidiana sarete un esempio per i vostri collaboratori e la cittadinanza intera. Nessuno vuole minimizzare l’impatto che l’emergenza Coronavirus sta generando sulla nostra economia, ma Venezia deve andare avanti: gli uffici, le fabbriche, le attività commerciali e produttive, i lavori pubblici». Riferendosi alla riapertura al pubblico dei Musei Civici di questa mattina, Brugnaro ha spiegato che si deve agire con prudenza, ma senza aver paura:  «Il messaggio unanime che deve arrivare è che Venezia non si ferma, senza sottovalutare la situazione, ma continuando a vivere serenamente».

Un nuovo mondo di relazioni industriali

Il sindaco ha quindi espresso la necessità di «costruire tutti insieme un nuovo mondo di relazioni industriali. Oggi sono colpiti ristoranti, alberghi e pubblici esercizi, ma domani saranno coinvolte le realtà industriali. Vanno ripensate le delocalizzazioni che sono state fatte, in Cina e altri luoghi, cominciamo a ragionare da qui su quali sono le filiere strategiche per il nostro Paese e sul fatto di riaprire certe produzioni in Italia, perché quanto è successo ci ha dimostrato che delocalizzando non tutto funziona bene. Può essere che da questa crisi usciamo anche più forti».

Confindustria: «Fatturato in calo del 30%»

La parola è poi passata ad alcuni rappresentanti di categoria: dal presidente di Confindustria Vincenzo Marinese, che ha rappresentato un calo del fatturato del 30% e ha lanciato la proposta di un patto industriale dal Veneto per l’intero Paese, al presidente di Coldiretti, Andrea Colla, che ha espresso la speranza che i consumatori valorizzino in questa situazione i prodotti a km 0. I rappresentanti di Confcommercio e Ascom, che hanno evidenziato come la situazione abbia avuto ripercussioni non solo in ambito turistico, ma anche sui piccoli esercizi, hanno manifestato la necessità di muovere l’economia. Dai rappresentanti dei lavoratori invece l’appello affinché gli ammortizzatori sociali siano estesi a tutte le categorie dei lavoratori, soprattutto a coloro che si trovano nella condizione di maggiore fragilità.

Sindacati 

Hanno partecipato all’incontro di tutte le categorie economiche della Città Metropolitana di Venezia, promosso dal sindaco, anche Cgil, Cisl e Uil che da tempo hanno richiesto di affrontare congiuntamente, con tutti gli attori economici, gli effetti negativi nei termini economici e sociali del coronavirus. «L’attuale fase di emergenza richiede misure concrete a sostegno di famiglie, lavoratori e imprese che si ritrovano oggi al centro di una vera crisi economica determinata dalla presenza del virus nel nostro territorio. L'impegno deve essere volto a ottenere dal governo misure straordinarie per la copertura economica e normativa di tutte le lavoratrici e i lavoratori interessati, con ammortizzatori sociali o con un sostegno al reddito».

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