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Litiga col fidanzato poi il silenzio: Costanza è stata trovata a Mestre

La 30enne triestina non aveva dato più notizie di sé da sabato mattina. E' stata individuata dalla polfer in stazione: "Papà, scusami tanto"

"Io pensavo al peggio, invece le forze dell'ordine mi continuavano a ripetere di stare tranquillo. Hanno avuto ragione loro". Il padre di Costanza, con i suoi famigliari, ha finalmente potuto tirare un sospiro di sollievo domenica sera, quando un'agente ha telefonato e ha detto quelle due parole tanto desiderate: "L'abbiamo trovata". Lieto fine per le ricerche della 30enne di Trieste che per quasi 48 lunghe ore ha mobilitato polizia, carabinieri e polfer, oltre che il web e tutta la gente che le vuole bene. La scomparsa dopo un litigio con il suo fidanzato e l'affermazione di "non riuscire più a vivere".

La ragazza nelle prime ore della sera aveva telefonato dalla stazione di Mestre al compagno, grazie a un telefono di un passante: "Vieni a prendermi, sono qui". A quel punto il fidanzato della donna, di nazionalità tunisina, aveva contattato un parente della ragazza che da Bologna sarebbe dovuto passare prima a Padova a prendere lui, dopodiché arrivare allo scalo ferroviario mestrino. La vicenda si sarebbe chiusa quindi nel migliore dei modi, perché Costanza aveva deciso comunque di "farsi trovare", ma a chiudere il cerchio per primi ci hanno pensato gli agenti della polfer, che verso le 22 hanno individuato la giovane in stazione. Un controllo e l'ammissione: "Sì, sono io". A quel punto il panorama si è diradato. "Quando l'ho sentita al telefono mi ha detto che le dispiaceva molto - racconta il padre - ci siamo scambiati due parole. Ma l'importante è che ora l'abbiamo trovata".

Di Costanza non c'erano notizie da venerdì sera, quando aveva avuto un ultimo contatto con i propri famigliari. Ed era scomparsa proprio da Mestre: da corso del Popolo per l'esattezza, dopo un litigio con il proprio compagno. Ma serve andare per gradi: l'ultimo dialogo con i famigliari la 30enne triestina, con molti legami affettivi a Padova per averci vissuto fino a maggio, l'aveva avuto venerdì sera. Avrebbe parlato con la sorella e le avrebbe detto che avrebbe preso il primo treno di sabato per tornare nel capoluogo giuliano.

"Lei è una ragazza molto precisa - aveva sottolineato il padre - aveva degli impegni". Alla sorella Costanza aveva spiegato che l'ultimo treno di venerdì non l'avrebbe preso, dunque l'unica alternativa era aspettare il convoglio del giorno successivo. La ragazza era tornata a Padova giovedì, per incontrarsi con il suo fidanzato. Gli amici di sempre (lei che da otto anni viveva nel capoluogo euganeo) però non l'avrebbero mai vista in questi giorni. A differenza del compagno tunisino che, contattato dai genitori di Costanza, ha raccontato di avere avuto un diverbio con lei in corso del Popolo a Mestre sabato mattina. Due amici di lui avrebbero dovuto riaccompagnare a Trieste in macchina la ragazza, ma all'ultimo il piano salta. Le dicono di prendere il treno e ne sarebbe nato quindi un vibrante diverbio durante il quale il telefono cellulare della giovane sarebbe caduto a terra, andando in frantumi. La donna, secondo il racconto del ragazzo, si sarebbe quindi allontanata in direzione della stazione, e da quel momento nessuno l'aveva più vista. Fino a domenica sera.

Una vicenda ancora più preoccupante nel momento in cui il tunisino aveva dichiarato di avere ricevuto una telefonata poco dopo da un numero anonimo (lui ipotizzava potesse trattarsi di una cabina telefonica) durante la quale Costanza affermava di salutarle alcuni amici e di non farcela più. Di voler morire. Frasi dettate dalla rabbia. Il padre di Costanza domenica si trovava a Mestre, proprio nello scalo ferroviario, in cerca della figlia: "Qui gli apparecchi sono tutti utilizzabili solo con schede prepagate - aveva dichiarato - mia figlia non ne aveva". Anche le telecamere di sorveglianza della stazione non avrebbero immortalato la giovane, e non sarebbe stata registrata la sua presenza né in pronti soccorso, né in alberghi del territorio.

Insomma, un mistero durato quasi 48 lunghe ore. Sulla vicenda hanno indagato i carabinieri, che fin da sabato, quando già la notizia si era sparsa a Mestre, si erano chiusi in uno stretto riserbo. "Costanza non è una ragazza introversa - aveva affermato il padre - lei parla con noi. Siamo una famiglia unita. Speriamo di trovarla al più presto". La giovane frequenta il corso di laurea specialistica in Psicologia a Padova, ma da maggio era tornata a vivere in modo praticamente stabile a Trieste. Dove aveva iniziato a lavorare da amici. Poi la decisione giovedì di avere un faccia a faccia con il suo compagno, a Padova. Ma da sabato mattina il nulla. Con quelle ultime frasi che avevano instillato tanta preoccupazione.

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