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Cronaca Jesolo

Via del Mare, «un'altra strada che porta traffico senza risolvere i problemi»

La nuova opera tra Roncade e Jesolo causerà consumo di suolo, aumento dei flussi e dell'inquinamento. Legambiente: «Idea vecchia e inadeguata, la vera soluzione è disincentivare il traffico automobilistico»

Il territorio del Veneto orientale attende da anni una soluzione alle code chilometriche che si formano d'estate sulle direttive per le località balneari di Jesolo e Cavallino-Treporti. La Regione in questi giorni si rallegra per l'affidamento al consorzio Sis del progetto della "Via del mare", un tratto di superstrada di 19 chilometri che dovrebbe assorbire gran parte dei transiti tra Roncade-Meolo e Jesolo. L'opera, in realtà, rischia di essere controproducente, come fa notare Legambiente Veneto: «Dannosa per il territorio, non risolverà i problemi e di certo non incentiva la mobilità sostenibile», riepiloga il vicepresidente Maurizio Billotto.

«È un’opera vecchia - spiega Billotto - perché nasce da un’idea di mobilità anacronistica, che non considera la necessità di ridurre le emissioni e il consumo di suolo. Contribuirà invece ad aumentare il traffico, in un circolo vizioso: all'incremento dei flussi si risponde con nuove strade che a loro volta producono un ulteriore incremento dei flussi, come ampiamente dimostrato. Inoltre, i turisti si ritroveranno comunque in coda al "tappo" di Jesolo», anche considerando un futuro prolungamento dell'opera: «Con quello che si sta costruendo possiamo aspettarci che Jesolo arriverà ad accogliere 8 o 9 milioni di turisti, dove mettiamo tutte queste macchine? Le aree di parcheggio non sono sufficienti, anche le nuove edificazioni non prevedono spazi adeguati».

La vera soluzione sarebbe disincentivare l'utilizzo dell'automobile. Un collegamento ferroviario è utopia, per la mancanza di volontà politica prima ancora che per i costi e i tempi di realizzazione. Ma esistono altre possibilità più immediate: «Una delle prima soluzioni sarebbe l'istituzione di corsie preferenziali per i mezzi pubblici, sia lungo la Treviso-Mare sia all'ingresso di Jesolo, utilizzando la viabilità secondaria: questo renderebbe più conveniente, per i pendolari del weekend, raggiungere le spiagge in bus, perché eviterebbe loro ore di coda».

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Un'altra ipotesi è la realizzazione di hub di interscambio esterni alla città, dove parcheggiare la macchina e usufruire di un servizio navetta. Sono modelli che si potrebbero avviare in modo relativamente rapido e, aggiunge Billotto, «sono già nelle corde di alcuni operatori, ma non nella politica ancorata a scelte del passato». Per quanto riguarda la viabilità locale, «ricordiamo la proposta, poi dimenticata, avanzata dall’assessore Calzavara sul nodo di Cavallino-Treporti: la gestione del traffico sul modello delle smart-road, ovvero l'impiego di tecnologie per convogliare i flussi automobilistici su strade alternative nei giorni più critici».

La "Via del mare" porta anche altri problemi. «Questa ennesima infrastruttura - prosegue Billotto - si inserisce in un’area, quella di Meolo-Roncade, interessata da due grandi insediamenti dedicati alla logistica, destinandola a diventare un enorme attrattore di traffico ed edificazioni, peggiorando la qualità della vita dei residenti ed andando in controtendenza rispetto alla necessità di fermare il consumo di suolo». Inoltre, l'affidamento della costruzione «regala una strada pubblica a dei privati per farne guadagno: il “progetto di finanza” non mette al sicuro i cittadini da costi non dichiarati in termini di pedaggi, che saranno a carico della collettività».

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