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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro / Via Dante

Volontariato per chi commette reati: una giustizia che offre una possibilità

Firmato un accordo tra l'Ufficio di esecuzione penale esterna (Uiepe) e il Centro di servizi per il volontariato della Città Metropolitana (Csv)

Dal volontariato una seconda possibilità per chi ha commesso un reato, è sottoposto a procedimenti penali ma ha già il permesso di uscire. L’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uiepe) per il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino e il Centro di servizi per il volontariato della Città Metropolitana di Venezia (Csv) hanno sottoscritto mercoledì un protocollo per offrire un’opportunità alternativa alla detenzione, rafforzando l’incrocio di domanda e offerta di servizi volontari che possono essere affidati ad esempio nella cura del verde, nell'accompagnamento di anziani e disabili, nella cura degli animali.

Impegni che meglio della reclusione tutelano la dignità del condannato, evitano il sovraffollamento degli istituti di pena e danno un’opportunità di reinserimento e inclusione sociale. «Al Centro di Venezia fa riferimento una rete di circa 450 associazioni di tutta la provincia e stimiamo che oltre il 20 per cento abbia i requisiti per accogliere questi nuovi “volontari”», spiega il direttore del Csv di Venezia, Ketty Poles. Solo l’Ufficio di Venezia segue (oggi) 1546 casi, di cui 353 in messa alla prova, 167 condannati ai lavori di pubblica utilità e 384 in misura alternativa. «Si tratta perlopiù di persone destinate a restare in zona, perché la competenza si radica su base territoriale ed è interesse di questa collettività contribuire alla loro inclusione», afferma il direttore dell’Uiepe di Venezia, Annamaria Raciti.

Il volontariato come “attività di restituzione e riparazione del danno”: difficile immaginare qualcosa di più efficace nell’offrire un’opportunità di reinserimento sociale in alternativa alle ‘classiche’ sanzioni penali e amministrative. È una nuova tendenza normativa che ha però anche una forte valenza culturale, con l’obiettivo di favorire, attraverso misure alternative e lavori di pubblica utilità, l’inclusione sociale di minori, giovani e adulti sottoposti a procedimenti penali. «L’importanza della giustizia riparativa, o come termine più corretto “restitutiva”, nel volontariato risiede nella prospettiva di cambiamento e accrescimento che può offrire – commenta Poles -. Garantisce un’alternativa alle misure detentive tradizionali, ponendo l’accento sul ripristino delle relazioni danneggiate e sulla responsabilizzazione degli autori dei reati».

«Bisogna tener presente che ormai i condannati a misure e sanzioni in esecuzione penale esterna sono molto più numerosi di quelli in detenzione. Per questo, tramite l’aiuto del Csv, speriamo di coinvolgere in questo lavoro la Comunità e gli enti del terzo settore, che certamente hanno una sensibilità già pronta all’accoglienza», prosegue Raciti. Il protocollo è stato siglato dal presidente del Csv di Venezia, Mario Morandi, e dal direttore Uiepe Raciti. Tra le attività previste: l’organizzazione di una serie di incontri nel territorio per informare sulle opportunità; la creazione di un database che contenga l’offerta di volontariato nel territorio dedicata a questa specifica categoria; la progettazione di ulteriori iniziative come l’avvio di un apposito sportello di matching tra domanda e offerta.

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